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 2013  dicembre 28 Sabato calendario

SIAMO SICURI DI ESSERE SUPERIORI ALL’IRAN?


NELLA conferenza stampa di fine anno, un giornalista d’area radicale ha chiesto al presidente del Consiglio se l’Italia non fosse troppo morbida con l’Iran. Letta ha risposto in diplomatichese, ma una cosa interessante l’ha detta: “L’Italia può essere un buon mediatore con l’Iran perché entrambi veniamo da grandi culture millenarie e possiamo quindi intenderci”. L’Iran è infatti l’antica Persia. E le vestigia di questa cultura si possono trovare nella plurimillenaria città di Isfahan o a Qom (non a Teheran che, come Tel Aviv, è di costruzione recente). Ma a parte questo, epperò in sua stretta correlazione, gli iraniani, almeno a partire da un certo livello sociale, sono delle persone colte che non si limitano a sapere a memoria i versetti del Corano. Me ne resi conto quando stavo da quelle parti: la piccola borghesia di Teheran non solo conosceva i nostri maggiori (Dante, Petrarca, Boccaccio) ma in quel periodo (siamo negli anni 80, in pieno khomeinismo) leggeva Moravia e Calvino. Noi della loro cultura letteraria conosciamo, quando va bene, solo Omar Khayyam. È questa supponenza della “cultura superiore” (che Letta, gli va dato atto, ha dimostrato di non avere) che infastidisce, soprattutto nel momento in cui questa cultura dovrebbe fare un po’ i conti con se stessa e con la lunga striscia di sangue e di violenze, militari, politiche, economiche , che ha alle spalle e non solo alle spalle. Io non riesco a capire su quali basi giuridiche e morali capi di Stato (Obama, Hollande, Cameron) che sono seduti su giganteschi arsenali atomici si possano permettere di impedire all’Iran di farsi il nucleare civile perché da qui potrebbe, in teoria, arrivare all’Atomica (passare dal 20% di arricchimento dell’uranio, che è quanto serve per il nucleare a usi civili e medici, al 90% della Bomba è cosa che richiede anni).
n L’IRAN, si dice, fa parte dell’“asse del Male”. E perché mai? L’Iran khomeinista non ha mai aggredito nessuno , semmai è stato aggredito, dall’Iraq di Saddam Hussein che gli occidentali hanno sostenuto finché gli faceva comodo, scippando a Teheran una vittoria che si era legittimamente conquistata sul campo di battaglia. L’Iran, si dice ancora, fomenta il terrorismo internazionale. Non se ne ha alcuna prova. Mentre è certo che il Mossad ha assassinato, in Iran, quattro scienziati che si stavano occupando del nucleare (immaginiamoci cosa sarebbe successo a parti invertite). L’Iran è una teocrazia. Embè? Non tutti i Paesi sono obbligati a essere delle democrazie. In ogni caso, la teocrazia se non è una democrazia non è nemmeno il governo di un solo uomo, è un regime molto più articolato che non può essere messo sullo stesso piano delle dittature dei Somoza, dei Pinochet, dello stesso Saddam che l’Occidente, americani in testa, ha vergognosamente sostenuto e a volte imposto (vero mr. Kissinger?).
L’Iran, a differenza di Israele, ha firmato il Trattato di non proliferazione nucleare, ha accettato le ispezioni dell’Aiea e, nelle trattative in corso, si dimostra disponibile a subirne altre ancora più intrusive e capillari, purché sia salvaguardato il suo elementare e sacrosanto diritto a farsi il nucleare per usi civili.
Cosa vogliamo ancora? Forse se la smettessimo di considerarci il Bene anche il Male sarebbe meno aggressivo e diffidente nei nostri confronti.