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 2013  dicembre 28 Sabato calendario

CHIARA DE BLASIO “IO TOSSICODIPENDENTE” E PAPÀ BILL RISCHIA


Una diciannovenne che, nel giorno della vigilia di Natale, posta un video su Youtube per raccontare della sua faticosa battaglia contro la depressione e l’abuso di alcol e droga, avrebbe potuto ottenere una qualche attenzione, in un paese, gli Stati Uniti, e in un periodo, Natale, in cui le storie a “lieto fine” sono sempre le benvenute. Se la ragazza in questione, Chiara, fa di cognome De Blasio ed è la primogenita del sindaco eletto di New York, allora le cose cambiano e la sua storia va ad occupare per giorni le prime pagine di tutti i giornali; perchè diventa, inevitabilmente, anche un fatto politico.

INNANZITUTTO PER la scelta del modo e del momento in cui la “confessione” è stata resa pubblica: un video in cui Chiara, da sola, con le note di un pianoforte in sottofondo, si racconta, con il fare tipico dei ragazzi della sua età, realizzato, approvato e “benedetto” dalla famiglia De Blasio. Un coming out controllato e rivisto nei minimi dettagli che fa a pugni, immediatamente, con l’immagine di “famiglia felice” che il nuovo sindaco ha offerto durante una campagna elettorale in cui sia i suoi due figli che sua moglie sono stati “utilizzati” in maniera attiva per rafforzare una candidatura diventata presto la piu’ “personale” a memoria storica. Un elemento che non tutti i newyorchesi, abituati a dodici anni di sindacatura Bloomberg, assolutamente impersonale ma efficace, sembrano apprezzare e che li fa essere ancor più attendisti sulla leadership del nuovo primo cittadino. Se Bill De Blasio è stato eletto con oltre il 70% delle preferenze, è pur vero che a recarsi alle urne è stato solo il 22% dei newyorchesi, mentre quasi l’80% restava abbastanza distante dalle sorti politiche della città. La grande popolarità del neo eletto, tuttavia, e quel suo vantaggio di circa 50 punti dal suo rivale, il repubblicano Lotha, sono un altro elemento che lascia perplessi circa la tempistica del coming out di Chiara che, a detta di persone vicine alla famiglia, voleva raccontare la sua storia già durante la campagna. I genitori, però, l’avrebbero distolta dal suo desiderio per timore che l’interesse eccessivo della stampa avrebbe potuto incidere negativamente sul suo recupero che, a distanza di un paio di mesi, ritengono evidentemente più solido.

La dipendenza di Chiara risale già al suo ultimo periodo newyorchese, prima del trasferimento in California per frequentare il college. Un trasferimento che, come raccontato nel video, non aveva fatto altro che acuire la sua depressione e, dunque, il suo ricorso alla droga e all’alcol come vie di “fuga” dalle sue difficoltà. Dei suoi problemi erano stati sempre al corrente sia la madre che il padre che avevano attivamente cercato di intervenire per aiutarla nonostante, come sottolinea Chiara, “mio padre fosse molto occupato”. Bill e Chirlane, dunque, durante la campagna elettorale, scelgono di tacere sulla situazione di Chiara, non rispondendo mai alle domande dei giornalisti su questo argomento in nome del rispetto della privacy dei loro figli. Rispetto sacrosanto ma che stride, poi, con l’altra faccia dei De Blasio che, come detto dallo stesso sindaco in un’intervista, si muovono come famiglia, particolare, diversa e unita. Non va dimenticato che i sondaggi toccarono picchi positivi per De Blasio proprio in occasione del video girato da suo figlio Dante, al fianco del padre in tutta la campagna elettorale. Se ci sono gli Obama le cui figlie non possono essere fotografate se non in loro presenza, dall’altro ci sono i De Blasio che hanno chiarito che la città dovrà abituarsi ad avere come sindaco una famiglia intera e non un singolo individuo.

RESTANO ANCHE i dubbi sulla tempistica della confessione di Chiara: la vigilia di Natale, fra pezzi su regali e menu, in cui la cosa più politica sono i pantaloni nuovi sfoggiati da Obama alle Hawaii, una notizia così non poteva che attirare l’attenzione di tutta la nazione verso la Grande Mela. Certo, è anche possibile che a pochi giorni dal suo insediamento, previsto per il primo gennaio, De Blasio abbia deciso di rimarcare le sue priorità, tra cui il disagio sociale giovanile, uno dei suoi punti forti insieme all’istruzione e al sostegno alle scuole pubbliche. E se dalla sua il nuovo sindaco ha un curriculum di tutto rispetto e una grande professionalità che potranno aiutarlo nell’intervenire, come promesso, per ridurre la disparità sociale e mantenere la sicurezza della città, pur abolendo pratiche largamente invise come lo “stop and frisk” (ferma e perquisisci), gran parte dei newyorchesi si augura che conservi molte più politiche messe in atto da Bloomberg di quanto dichiarato in campagna elettorale.

Questa sarà, infatti, la sfida più grande per De Blasio: fare meglio senza stravolgere l’immagine di una città che è riuscita a sopravvivere alla crisi, che segna da anni il record come metropoli più sicura del paese e in cui il turismo è una delle voci più importanti.