Luigi Grassia, La Stampa 28/12/2013, 28 dicembre 2013
IN AMERICA L’ANNO D’ORO DEL PETROLIO
Peccato che proprio ieri il barile di petrolio abbia superato i 100 dollari al mercato americano; ma il 2013 è stato un anno di prezzi relativamente bassi per il petrolio nel mondo, e il merito è stato soprattutto degli Stati Uniti, che hanno registrato un boom della produzione di idrocarburi degno di passare alla storia, calmierando i prezzi in tutto il mondo. Tutto merito del greggio da scisto e altre fonti nuove la cui estrazione ha rivoluzionato il settore.
In base agli ultimi dati federali, l’aumento della produzione risulta di un milione di barili al giorno, ed è il più grande mai registrato nella storia americana. Nel 2013 gli Stati Uniti hanno estratto in media 7,5 milioni di barili di petrolio al giorno, contro i 6,5 milioni del 2012, e dire che già l’anno scorso anno quando la produzione aveva fatto +837,000 barili al giorno. Per il 2014, l’Energy Information Administration americana prevede un altro balzo da un milione di barili al giorno, trainato dalle trivellazioni nei bacini texani dell’Eagle Ford e del Permian Basin e del Bakken Shale del Nord Dakota. Anche nel Golfo del Messico è prevista una forte espansione dell’attività petrolifera, con un aumento della produzione pari a 1,4 milioni di barili al giorno nel 2014, in rialzo di 100.000 barili al giorno.
È un’inversione di tendenza inimmaginabile fino a pochi anni fa. La produzione petrolifera americana è calata per 29 anni di fila fino al 2011, con una perdita del 40%, dai 9,5 milioni di barili al giorno del 1971 a 5,6. Poi è arrivato lo «shale oil».
Negli Stati Uniti si consumano 18 milioni di carburanti liquidi al giorno, ben oltre la produzione interna. Ma l’import è in discesa a 7,9 milioni di barili al giorno, contro il picco di 10,1 nel 2005.
[lui. gra.]
Peccato che proprio ieri il barile di petrolio abbia superato i 100 dollari al mercato americano; ma il 2013 è stato un anno di prezzi relativamente bassi per il petrolio nel mondo, e il merito è stato soprattutto degli Stati Uniti, che hanno registrato un boom della produzione di idrocarburi degno di passare alla storia, calmierando i prezzi in tutto il mondo. Tutto merito del greggio da scisto e altre fonti nuove la cui estrazione ha rivoluzionato il settore.
In base agli ultimi dati federali, l’aumento della produzione risulta di un milione di barili al giorno, ed è il più grande mai registrato nella storia americana. Nel 2013 gli Stati Uniti hanno estratto in media 7,5 milioni di barili di petrolio al giorno, contro i 6,5 milioni del 2012, e dire che già l’anno scorso anno quando la produzione aveva fatto +837,000 barili al giorno. Per il 2014, l’Energy Information Administration americana prevede un altro balzo da un milione di barili al giorno, trainato dalle trivellazioni nei bacini texani dell’Eagle Ford e del Permian Basin e del Bakken Shale del Nord Dakota. Anche nel Golfo del Messico è prevista una forte espansione dell’attività petrolifera, con un aumento della produzione pari a 1,4 milioni di barili al giorno nel 2014, in rialzo di 100.000 barili al giorno.
È un’inversione di tendenza inimmaginabile fino a pochi anni fa. La produzione petrolifera americana è calata per 29 anni di fila fino al 2011, con una perdita del 40%, dai 9,5 milioni di barili al giorno del 1971 a 5,6. Poi è arrivato lo «shale oil».
Negli Stati Uniti si consumano 18 milioni di carburanti liquidi al giorno, ben oltre la produzione interna. Ma l’import è in discesa a 7,9 milioni di barili al giorno, contro il picco di 10,1 nel 2005.
[lui. gra.]
Un pozzo di petrolio in Texas
Peccato che proprio ieri il barile di petrolio abbia superato i 100 dollari al mercato americano; ma il 2013 è stato un anno di prezzi relativamente bassi per il petrolio nel mondo, e il merito è stato soprattutto degli Stati Uniti, che hanno registrato un boom della produzione di idrocarburi degno di passare alla storia, calmierando i prezzi in tutto il mondo. Tutto merito del greggio da scisto e altre fonti nuove la cui estrazione ha rivoluzionato il settore.
In base agli ultimi dati federali, l’aumento della produzione risulta di un milione di barili al giorno, ed è il più grande mai registrato nella storia americana. Nel 2013 gli Stati Uniti hanno estratto in media 7,5 milioni di barili di petrolio al giorno, contro i 6,5 milioni del 2012, e dire che già l’anno scorso anno quando la produzione aveva fatto +837,000 barili al giorno. Per il 2014, l’Energy Information Administration americana prevede un altro balzo da un milione di barili al giorno, trainato dalle trivellazioni nei bacini texani dell’Eagle Ford e del Permian Basin e del Bakken Shale del Nord Dakota. Anche nel Golfo del Messico è prevista una forte espansione dell’attività petrolifera, con un aumento della produzione pari a 1,4 milioni di barili al giorno nel 2014, in rialzo di 100.000 barili al giorno.
È un’inversione di tendenza inimmaginabile fino a pochi anni fa. La produzione petrolifera americana è calata per 29 anni di fila fino al 2011, con una perdita del 40%, dai 9,5 milioni di barili al giorno del 1971 a 5,6. Poi è arrivato lo «shale oil».
Negli Stati Uniti si consumano 18 milioni di carburanti liquidi al giorno, ben oltre la produzione interna. Ma l’import è in discesa a 7,9 milioni di barili al giorno, contro il picco di 10,1 nel 2005.
[lui. gra.]
Peccato che proprio ieri il barile di petrolio abbia superato i 100 dollari al mercato americano; ma il 2013 è stato un anno di prezzi relativamente bassi per il petrolio nel mondo, e il merito è stato soprattutto degli Stati Uniti, che hanno registrato un boom della produzione di idrocarburi degno di passare alla storia, calmierando i prezzi in tutto il mondo. Tutto merito del greggio da scisto e altre fonti nuove la cui estrazione ha rivoluzionato il settore.
In base agli ultimi dati federali, l’aumento della produzione risulta di un milione di barili al giorno, ed è il più grande mai registrato nella storia americana. Nel 2013 gli Stati Uniti hanno estratto in media 7,5 milioni di barili di petrolio al giorno, contro i 6,5 milioni del 2012, e dire che già l’anno scorso anno quando la produzione aveva fatto +837,000 barili al giorno. Per il 2014, l’Energy Information Administration americana prevede un altro balzo da un milione di barili al giorno, trainato dalle trivellazioni nei bacini texani dell’Eagle Ford e del Permian Basin e del Bakken Shale del Nord Dakota. Anche nel Golfo del Messico è prevista una forte espansione dell’attività petrolifera, con un aumento della produzione pari a 1,4 milioni di barili al giorno nel 2014, in rialzo di 100.000 barili al giorno.
È un’inversione di tendenza inimmaginabile fino a pochi anni fa. La produzione petrolifera americana è calata per 29 anni di fila fino al 2011, con una perdita del 40%, dai 9,5 milioni di barili al giorno del 1971 a 5,6. Poi è arrivato lo «shale oil».
Negli Stati Uniti si consumano 18 milioni di carburanti liquidi al giorno, ben oltre la produzione interna. Ma l’import è in discesa a 7,9 milioni di barili al giorno, contro il picco di 10,1 nel 2005.