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 2013  dicembre 28 Sabato calendario

PERUGIA, LA CASA DEL DELITTO IN VENDITA A 460 MILA EURO


Una superficie complessiva di 150 metri quadrati in due immobili indipendenti, possibilità di recuperare cubatura per realizzare una terza unità abitativa, 5mila metri quadri di verde, una corte pertinenziale dove è possibile parcheggiare fino a 7 auto. Dietro le colline umbre, davanti l’Arco Etrusco, piazza Grimana e l’Università per stranieri. Un casolare di campagna a un passo dal centro storico di Perugia. Il prezzo a cui viene proposto il lotto è di 460mila euro.
Non è una casa qualsiasi quella di via della Pergola 7. Nell’appartamento al primo piano si è consumato il delitto di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa il 1° novembre 2007 e ritrovata sul pavimento della stanza che aveva preso in affitto a fine agosto. È la casa dove ha vissuto anche Amanda Knox, per l’accusa responsabile di quel delitto insieme a Raffaele Sollecito e Rudy Guede, l’unico condannato in via definitiva a 16 anni e prossimo a ottenere i primi permessi premio.
L’anziana proprietaria dell’immobile ha resistito per sei anni, poi ha deciso: vendo tutto. Basta studenti, basta inquilini di cui non sempre puoi fidarti. Ha dato mandato a un’agenzia di occuparsi delle trattative e da qualche giorno, sul cancello, che in passato ha accolto fiori, candele e biglietti, è comparso il cartello che annuncia la messa in vendita.
L’appartamento teatro dell’omicidio è stato sotto sequestro per circa due anni. Nel 2009 sono arrivati tre studenti stranieri, non sapevano quello che era successo, avevano trovato conveniente il canone per una delle abitazioni più ambite dagli universitari di Perugia.
Recentemente, nell’appartamento al piano terra, dove all’epoca del delitto viveva un gruppo di ragazzi marchigiani, tra cui quello che aveva iniziato a frequentare Meredith, si era trasferita una famiglia nordafricana. Il 24 novembre in quell’abitazione avevano mangiato in otto, avevano cucinato pollo su un braciere, poi si erano sentiti tutti male. Erano finiti in ospedale, sei adulti e due bambini. Soccorsi sufficientemente presto per limitare le conseguenze dell’intossicazione da monossido di carbonio.
Un episodio che, secondo qualcuno, aveva voluto evocare una sorta di «maledizione» sul casolare, sicuramente un fatto che aveva aggiunto grattacapi alla proprietaria, preoccupata di riuscire a far rispettare gli accordi agli inquilini, evitando nuove rogne.
Prima il delitto di Meredith, poi l’intossicazione. Una sequenza che, forse, ha spinto la padrona di casa a scegliere per la vendita. «Una scelta che meditava da tempo - spiega l’avvocato Letizia Magnini, che assiste la donna nel processo a carico dei presunti responsabili, nel quale la donna si è costituita parte civile - e che alla fine è stata presa». Una decisione non inaspettata, insomma.
Per ora, conferma il titolare dell’agenzia immobiliare, non sono arrivate offerte di acquisto, ma la proposta è stata pubblicata sul sito internet da pochi giorni, come da poco è comparso il cartello sul cancello. «L’immobile è sicuramente di livello. Temo qualche difficoltà per quanto è successo, considerando anche la particolare situazione in cui si inserisce questa proposta. Ma è ancora troppo presto per dire».
Nel frattempo il delitto di Meredith Kercher resta senza responsabili. Il 15 gennaio è prevista la sentenza della Corte d’assise d’Appello di Firenze in cui figurano come imputati Amanda Knox e Raffaele Sollecito.
Una superficie complessiva di 150 metri quadrati in due immobili indipendenti, possibilità di recuperare cubatura per realizzare una terza unità abitativa, 5mila metri quadri di verde, una corte pertinenziale dove è possibile parcheggiare fino a 7 auto. Dietro le colline umbre, davanti l’Arco Etrusco, piazza Grimana e l’Università per stranieri. Un casolare di campagna a un passo dal centro storico di Perugia. Il prezzo a cui viene proposto il lotto è di 460mila euro.
Non è una casa qualsiasi quella di via della Pergola 7. Nell’appartamento al primo piano si è consumato il delitto di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa il 1° novembre 2007 e ritrovata sul pavimento della stanza che aveva preso in affitto a fine agosto. È la casa dove ha vissuto anche Amanda Knox, per l’accusa responsabile di quel delitto insieme a Raffaele Sollecito e Rudy Guede, l’unico condannato in via definitiva a 16 anni e prossimo a ottenere i primi permessi premio.
L’anziana proprietaria dell’immobile ha resistito per sei anni, poi ha deciso: vendo tutto. Basta studenti, basta inquilini di cui non sempre puoi fidarti. Ha dato mandato a un’agenzia di occuparsi delle trattative e da qualche giorno, sul cancello, che in passato ha accolto fiori, candele e biglietti, è comparso il cartello che annuncia la messa in vendita.
L’appartamento teatro dell’omicidio è stato sotto sequestro per circa due anni. Nel 2009 sono arrivati tre studenti stranieri, non sapevano quello che era successo, avevano trovato conveniente il canone per una delle abitazioni più ambite dagli universitari di Perugia.
Recentemente, nell’appartamento al piano terra, dove all’epoca del delitto viveva un gruppo di ragazzi marchigiani, tra cui quello che aveva iniziato a frequentare Meredith, si era trasferita una famiglia nordafricana. Il 24 novembre in quell’abitazione avevano mangiato in otto, avevano cucinato pollo su un braciere, poi si erano sentiti tutti male. Erano finiti in ospedale, sei adulti e due bambini. Soccorsi sufficientemente presto per limitare le conseguenze dell’intossicazione da monossido di carbonio.
Un episodio che, secondo qualcuno, aveva voluto evocare una sorta di «maledizione» sul casolare, sicuramente un fatto che aveva aggiunto grattacapi alla proprietaria, preoccupata di riuscire a far rispettare gli accordi agli inquilini, evitando nuove rogne.
Prima il delitto di Meredith, poi l’intossicazione. Una sequenza che, forse, ha spinto la padrona di casa a scegliere per la vendita. «Una scelta che meditava da tempo - spiega l’avvocato Letizia Magnini, che assiste la donna nel processo a carico dei presunti responsabili, nel quale la donna si è costituita parte civile - e che alla fine è stata presa». Una decisione non inaspettata, insomma.
Per ora, conferma il titolare dell’agenzia immobiliare, non sono arrivate offerte di acquisto, ma la proposta è stata pubblicata sul sito internet da pochi giorni, come da poco è comparso il cartello sul cancello. «L’immobile è sicuramente di livello. Temo qualche difficoltà per quanto è successo, considerando anche la particolare situazione in cui si inserisce questa proposta. Ma è ancora troppo presto per dire».
Nel frattempo il delitto di Meredith Kercher resta senza responsabili. Il 15 gennaio è prevista la sentenza della Corte d’assise d’Appello di Firenze in cui figurano come imputati Amanda Knox e Raffaele Sollecito.


LE ALTRE ABITAZIONI –

Lo chalet di Cogne dove il 30 gennaio 2002 venne ucciso Samuele è rimasto alla famiglia Lorenzi, ma è disabitato.

La casa della strage di Erba dell’11 dicembre 20065 è a disposizione della Caritas per ospitare famiglie in difficoltà.

La villetta di Garlasco dove fu uccisa Chiara Poggi il 13 agosto 2007 è abitata dai genitori e dal fratello.