Mario Salvini, La Gazzetta dello Sport 30/12/2013, 30 dicembre 2013
JESSICA, CHE TIRO: «SPORT MINORE? ADESSO BASTA»
In quattro stagioni Jessica Rossi ha cambiato la percezione che la gente ha del suo sport. Per questo — ancor più che per aver vinto sia gli Europei sia i Mondiali 2013 — è bello e giusto che sia lei l’atleta dell’anno. Perché già nel 2009, da perfetta sconosciuta, aveva fatto esattamente lo stesso: vinse l’Europeo, vinse il Mondiale e fu quinta (proprio come nel 2013) in Coppa del Mondo. Aveva solo 17 anni, però non se ne accorse quasi nessuno. «Ma non mi sembra così strano – dice lei – il fatto è che in mezzo c’è stato l’oro olimpico a Londra. E probabilmente la gente era curiosa di vedere se era stato un caso o se ero capace di ripetermi». Si è ripetuta, come nessun altra mai. E «la gente» adesso s’è resa conto che razza di campionessa sia Jessica Rossi.
E’ la prima volta che questa classifica è vinta da un tiratore… «Ne son stracontenta. Mi piacerebbe che si smettesse di definire il mio sport come uno “sport minore”. Di noi, come di molti altri atleti, si parla purtroppo solo per le Olimpiadi. Io ho dimostrato che noi ci siamo sempre, anche nell’anno prima e nell’anno dopo i Giochi».
Nel 2013 oro ai Mediterranei, agli Europei e ai Mondiali. Il momento più bello?
«Detto così sembra tutto bellissimo, in realtà è stato un anno difficile. Dopo le celebrazioni, in Festival di Sanremo e tutto il resto ho cominciato la preparazioni tardi. E alla fine il momento decisivo è stato l’oro ai Giochi del Mediterraneo. Perché ero piena di dubbi, avevo appena cambiato fucile (dal Perazzi al Beretta DT11, n.d.r.), c’era gente che diceva che ero pazza e che avrei buttato via la stagione. In più ero portabandiera, e ne sentivo la responsabilità. Ho dimostrato, prima di tutto a me stessa, che c’ero. Senza quella vittoria dubito che sarebbero arrivate le altre più importanti».
In Coppa del Mondo solo quinta, però. Come mai?
«Lo so, è uno scherzo. Ma c’è stato anche chi questa domanda me l’ha fatta sul serio. E altri che mi han chiamato con la voce da funerale. Mi pare proprio che non abbiano ben capito che cos’è il tiro a volo».
Infatti: ha vinto quattro ori nelle ultime cinque competizioni, nell’atletica o nel nuoto succede, nel tiro a volo ci voleva Jessica Rossi. Ha scoperto qualche segreto?
«E se fosse, ve lo direi? No, nessun segreto. Solo tanto lavoro, passione, volontà. E magari un po’ di serenità in più. Il nostro sport quando pensi di aver imparato qualcosa ti ammazza».
Che atleta avrebbe votato come migliore del 2013?
«Usain Bolt. E, con quel che si legge sul doping in Giamaica, spero tanto di non restare delusa».
E fuori dallo sport , chi è la personalità del 2013?
«Vi stupirò: Laura Pausini. L’ho sempre amata molto: il suo cd del ventennale di carriera è bellissimo».
A 21 anni ha già vinto un oro olimpico, due mondiali, due europei e una Coppa del Mondo. Ha mai pensato: «Posso diventare la più grande di sempre?”.
«No. Potrei dire che punto al record di mondali della Nattras (7, n.d.r.), ma mi sembra dura. Non so».
E una sfida agli uomini?
«Quella sì è fattibile. In fondo nel nostro sport non contano i muscoli o la potenza, conta la testa, la concentrazione. Mi è già capitato una volta, in Spagna, e sono arrivata quarta. C’erano Fabbrizi, Pellielo e altri: dopo le qualifiche ero seconda».
Quali obiettivi ha per il 2014?
«Punto tutto sul Mondiale (a settembre a Granada, n.d.r.), perché si assegnano le prime carte olimpiche. Il che non significa che andrò in gita all’Europeo o in coppa del Mondo. Io non vado mai solo per partecipare».