Massimo Ciccognani, Il Tempo 27/12/2013, 27 dicembre 2013
UNA GARA PER DEMOLIRE LA CONCORDIA
Sarà una gara europea a decidere in quel porto sarà smaltita la Costa Concordia. Basta litiganti (Piombino e Civitavecchia), che rischiano di far vincere un altro porto dell’Ocse, forse Smirne in Turchia (se la nave sarà messa in sicurezza a Palermo), o in alternativa, a Marsiglia (se l’operazione verrà svolta a Genova). La demolizione dell’ex ammiraglia Costa è un’operazione da 500 milioni di euro ed è innegabile che chi mette le mani sopra all’affaire è come se avesse fatto sei al superenalotto. Mentre il gruppo Carnival, proprietario di Cista Crociere, ha affittato da agosto 2014 per tre mesi la Vanguard, un enorme sommergibile per 30 milioni di dollari. E qui scende in campo la politica, perché quel gigante dapprima piegato su un fianco davanti al Giglio e poi riposizionato in assetto di galleggiamento grazie ad un’opera di salvataggio mai provata prima dagli specialisti della Tim Micoperi (operazione che ha visto un investimento da parte di Costa di 600 milioni di euro), adesso è diventato l’oggetto del desiderio dei porti italiani di accaparrarsi il relitto e smaltirlo. Da sempre la Regione Toscana ne rivendica il diritto come contiguità territoriale dal momento che il gigante della Costa è naufragato proprio nelle acque toscane dell’Isola del Giglio. Chi da sempre fa la voce grossa è il governatore della Regione, Enrico Rossi, che punta forte su Piombino. Che però non ha i requisiti e avrebbe bisogno di lavori di adeguamento per un costo di circa 120 milioni di euro. Il punto è i tempi di realizzazione e l’apertura del cantiere. L’alternativa plausibile è quella di Civitavecchia che vanta banchine attrezzate e fondali. Inoltre, l’Authority ha pure studiato di collocare delle immagini con la Statua del Bacio per nascondere il relitto agli occhi dei milioni di crocieristi in partenza dal primo porto del Mediterraneo.
Ma al momento è prematuro indicare un porto per lo smaltimento. Lo ha detto il Capo della Protezione Civile Gabrielli: «Non c’è un porto favorito, valuteremo e decideremo», lo ha ribadito il Ceo di Costa Michael Thamm: «Indiremo una gara in accordo con il Governo perchè ci sono molti porti interessati. Noi siamo obbligati a trovare una soluzione adeguata, a cominciare dalla protezione ambientale. Stiamo tenendo d’occhio Piombino, vedremo se sarà pronto nel momento in cui la Concordia sarà spostata dal Giglio. Di certo - aggiunge Thamm - sarà un porto dell’area Ocse e questo significa che in lizza c’è anche la Turchia, ma noi non abbiamo preferenze.La decisione finale verrà presa i primi del 2014». «Ritengo che sulla questione della Concordia il primo risultato da raggiungere sia che il relitto venga demolito in Italia. Non solo per intercettare il lavoro derivante dai 500 milioni di investimento necessari a portare a termine l’operazione, ma anche per una questione di immagine per il nostro Paese, come è stato il delicato intervento compiuto per raddrizzare la nave. Quindi bisogna mettere da parte la micro-concorrenza tra i nostri scali e cercare la soluzione migliore affinché la Concordia non finisca all’estero, dove i costi di demoliazione sarebbero sicuramente inferiori».
Massimo Ciccognani