R. Ba., Corriere della Sera 27/12/2013, 27 dicembre 2013
LO STATO IMPRENDITORE? COSTA 23 MILIARDI L’ANNO
Arriva da parte di Confindustria la ricetta di spending review per ridurre la spesa pubblica. Secondo i calcoli fatti dal Centro studi di viale Astronomia (Csc) il “capitalismo pubblico” costa quasi 23 miliardi allo Stato, circa l’1,4% del Pil, un «peso che l’Italia non può più permettersi». Per il Csc sono circa 40 mila le partecipazioni possedute da amministrazioni pubbliche in quasi 8 mila organismi esterni. Una palude di potere e di sprechi infinita spesso definita dagli stessi vertici confindustriali come il paradiso dei “trombati” dalla politica. «Gran parte di questi organismi sono nati, a livello locale, per aggirare i vincoli di finanza pubblica — sostiene Confindustria — in particolare il patto di Stabilità interno, e come strumento per mantenere il consenso politico attraverso l’elargizione di posti di lavoro». Secondo l’associazione degli industriali, in questo rapporto sulle partecipazioni statali uscito prima di Natale, «sarebbe prioritario dismettere gli enti o comunque azzerare i costi per le pubbliche amministrazioni di quegli organismi che non producono servizi di interesse generale».
Un buon punto di partenza per il lavoro del neo commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica Carlo Cottarelli che ha promesso di recuperare un risparmio per 32 miliardi di euro nel giro di tre anni. Curiosamente la cifra finale di 23 miliardi di euro evidenziata dal rapporto confindustriale coincide con quella denunciata nei giorni scorsi dalla Uil nel calcolare i costi della politica, dentro la quale c’era un lungo capitolo dedicato proprio allo sfacelo delle imprese pubbliche locali. Una missione tutt’altro che facile da portare a termine visto che nessun governo finora — l’ultimo tentativo concreto lo ha fatto Linda Lanzillotta scontrandosi con una rapida serie di veti incrociati — ci è mai riuscito.
Il Centro studi di Confindustria ha citato la banca dati Consoc, istituita presso il ministero per la Pubblica amministrazione, appurando che «nel 2012, erano 39.997 le partecipazioni possedute da amministrazioni pubbliche in 7.712 organismi esterni, con un onere totale di 22,7 miliardi di euro». Più in generale, considerando anche gli organismi che producono servizi di interesse generale, oltre un terzo delle partecipate ha registrato perdite nel 2012, e ciò ha comportato per la Pa un onere stimabile in circa 4 miliardi. «Il 7% degli organismi partecipati ha registrato perdite negli ultimi tre anni consecutivamente con un onere a carico del bilancio pubblico che è stato pari a circa 1,8 miliardi».
R. Ba.