27 dicembre 2013
Paola Rota, 32 anni. Bergamasca, l’8 ottobre del 2001 aveva perso il padre Giovanni, 49 anni, la mamma Clara, 44, e il fratellino Michele, 6 anni, morti nella strage di Linate dopo essersi imbarcati sul volo Sk686 proprio per fare una visita a sorpresa a lei, all’epoca studentessa a Copenaghen grazie a una borsa di studio
Paola Rota, 32 anni. Bergamasca, l’8 ottobre del 2001 aveva perso il padre Giovanni, 49 anni, la mamma Clara, 44, e il fratellino Michele, 6 anni, morti nella strage di Linate dopo essersi imbarcati sul volo Sk686 proprio per fare una visita a sorpresa a lei, all’epoca studentessa a Copenaghen grazie a una borsa di studio. Rimasta sola coi fratelli Matteo e Clemens, s’era fatta coraggio, aveva portato avanti l’azienda di famiglia, il ristorante Cascina Belvedì a Castello di Clanezzo a cui col tempo aveva aggiunto un albergo e un centro benessere, nel 2005 si era laureata in Relazioni pubbliche allo Iulm di Milano, si era trovata un compagno ed era anche diventata mamma, di Filippo, 5 anni e mezzo, e Olivia, nata tre mesi fa. A detta di tutti «donna fortissima che tirava avanti tutto», sembrava aver rialzato la testa anche dopo che suo fratello Matteo s’era suicidato a trent’anni nel novembre di un anno fa. L’altra mattina come d’abitudine accompagnò il figlio alla fermata dello scuolabus, chiacchierò un po’ con le altre mamme, quindi tornò a casa e si impiccò. Mattina di martedì 20 dicembre in una casa in via Marconi a Clanezzo, provincia di Bergamo.