Concetto Vecchio; e. la., la Repubblica 27/12/2013, 27 dicembre 2013
DA PADRE PIO AI TEATRI, TUTTI I PIRATI DEL SALVA-ROMA
[due pezzi]
La senatrice Magda Zanoni, democratica piemontese, relatrice del decreto legge salva-Roma, si è ritrovata seppellita da 330 emendamenti: tutti volevano aggiungere una mancia natalizia, la prebenda al proprio collegio. Ed ecco che il decreto — poi bocciato dal Capo dello Stato — è lievitato nel passaggio da Palazzo Chigi a palazzo Madama da tre a tredici articoli, un monstrum di 195 pagine. «Io — confessa la relatrice — ho avuto mezza giornata per scremare quella valanga di proposte: alla fine abbiamo accolto 52 richieste dai partiti di maggioranza, alcune direttamente dal governo, come quella del Ministero dell’Interno di destinare un fondo di mezzo milione a Pietrelcina». Il paese di Padre Pio. «Sì, il ministero aveva piacere.
Insomma, lo sponsorizzava». E così il salva-Roma è diventato in breve il salva-tutti, con i relativi sponsor, fazione per fazione.
• Il Pd
Tomaselli si batte per Brindisi e finanzia la bonifica due volte
IL PD Salvatore Tomaselli mercoledì 18 dicembre si diceva «particolarmente felice». L’aula di palazzo Madama aveva appena accolto il suo emendamento con il quale veniva assegnato un finanziamento di 25 milioni per la bonifica dei siti inquinati nella zona industriale di Brindisi. Peccato che quando il decreto è transitato alla Camera ci si è accorti che lo stesso finanziamento era già previsto dalla legge di Stabilità. «Non abbiamo potuto fare altro che cassarlo» dice il pdl Rocco Palese. «Si rischiava il doppione». «Cose che capitano nella fretta, nell’ingorgo dei provvedimenti di fine anno», si giustifica la relatrice Zanoni. La pd Maria Spilabotte, frusinate di Veroli, era riuscita a spuntare un milione di euro per un viadotto a Frosinone. Un altro milione era stato destinato alla riparazione degli edifici scolastici di Marsciano (Perugia), grazie all’interessamento della senatrice pd Valeria Cardinali. «C’erano dentro questo decreto un sacco di cose utili, sono subissata dalle telefonate dei senatori: sono preoccupatissimi. Così rischiamo di buttare via il bambino con l’acqua sporca», giura Zanoni.
• Udc-popolari
Il Viminale sponsorizza e Pietrelcina incassa fondi
ARTICOLO 11 bis del decreto salva-Roma licenziato dal Senato: ecco un finanziamento di mezzo milione di euro al Comune di Pietrelcina. Firmato dai senatori Lucio Romano, Angela D’Onghia e Luigi Marino, ex montiani, ora nel gruppo dei popolari-Udc Mauro-Casini. «Interventi strutturali», recita la burocratica formula del decreto, poi cassato. Un provvedimento, ammette la relatrice Magda Zanoni, “sponsorizzato” addirittura dal ministero dell’Interno. Ma perché Pietrelcina e non altri nessuno sa spiegarlo in realtà. In questa corsa alla mancia vince chi ha lo sponsor più lesto. La senatrice D’Onghia aveva presentato un altro emendamento che stabiliva la retroattività della norma con cui si aboliva l’incompatibilità tra la carica di sindaco di Comuni fra i 5 e i 20mila abitanti e il mandato parlamentare. L’incompatibilità era già stata eliminata nel decreto Fare, ma con questo emendamento potevano tornare in sella anche i sindaci-parlamentari eletti nella scorsa tornata elettorale. «C’è davvero di tutto» aveva sollevato il caso la deputata di Forza Italia, Elena Centemero.
• 5Stelle
La Bignami vuole l’Antimafia anche a Malpensa
ANCHE un emendamento grillino alla fine ha trovato accoglienza: quello che istituiva una sezione operativa della Direzione investigativa antimafia all’aeroporto di Milano Malpensa «per prevenire le infiltrazioni mafiose nell’Expo 2015». La prima firmataria: Laura Bignami, originaria di Busto Arsizio, Varese. Insomma, anche lei giocava in casa. La proposta è stata firmata da numerosi colleghi, compresi i siciliani Fabrizio Bocchino e Mario Michele Giarrusso, impegnati sul fronte anti cosche. È stato fatto proprio dall’intera maggioranza. «Su questo punto eravamo davvero tutti d’accordo», ha chiosato la relatrice democratica Zanoni. Peccato che non c’entrasse nulla con il decreto approvato per salvare dalla bancarotta la città di Roma. E alla fine ha subito la stessa sorte di tutti gli altri: nel cestino. Del M5S Sergio Puglia la proposta che obbliga i Comuni a sorteggiare gli scrutatori per le elezioni. «Nomina anti-clientelare».
• Nuovo centrodestra
D’Alì aveva imposto la “tassa sui vulcani”
CHE c’entra il salva Roma con il milione di euro che il senatore alfaniano siciliano Ncd (Nuovo centro destra) Giuseppe Francesco Maria Marinello è riuscito a far convogliare nel Comune di Sciacca per il restauro del municipio? E il mezzo milione, che l’operoso Marinello, era riuscito a portare a casa per il restauro della torre anti corsara di Menfi, nell’Agrigentino, cuore del suo collegio elettorale? La senatrice Federica Chiavaroli — già madre dell’emendamento pro slot machine che aveva provocato una mezza crisi di governo — aveva dirottato tre milioni alla sua provincia, Pescara, per aggiustare le strade disastrate dall’alluvione d’inizio mese. A un altro Ncd, il reggino Stefano Caridi, si deve l’autorizzare della spesa di 20 milioni in tre anni per il trasporto pubblico in Calabria. Ora il Senato aveva detto sì anche ad Antonio D’Alì, che aveva imposto una tassa fino a 5 euro per visitare i vulcani. Era stata cancellata inoltre la possibilità di scegliere i revisori dei conti per le società partecipate dei Comuni. Meglio tornare alle nomine politiche. L’idea era venuta al senatore D’Alì, e la maggioranza l’aveva votata.
• Forza Italia
La pasionaria veneta Casellati pensa al San Carlo di Napoli
E POI ci sono le norme per il funzionamento del teatro San Carlo di Napoli, firmate dalla veneta Maria Elisabetta Alberti Casellati (Forza Italia), pasionaria del berlusconismo, in tandem con il collega campano Antonio Milo, senatore del gruppo del Gal, l’enclave di riservisti del centrodestra. Anche l’opposizione ha avuto la sua parte. In questo caso non si tratta di soldi, ma di norme ordinamentali. Che c’azzecca con il salva-Roma? E che dire della Fenice di Venezia (si autorizza il commissario delegato a utilizzare le somme giacenti finora non spese); la sanatoria per i chioschi sulle spiagge (denunciata dal democratico Ermete Realacci); il funzionamento della Croce Rossa; i provvedimenti per le zone terremotate; il divieto al fumo nei locali per le sigarette elettroniche; i provvedimenti-doppioni, un gran calderone di leggi e leggine al punto da meritarsi le severe censure del comitato per la legislazione della Camera. Antonio Azzollini, presidente della Commissione bilancio, ex Pdl ora Ncd fa spallucce: «Tre cosette erano, trascurabili, queste cose ci sono sempre state, un comma su cento era destinato al territorio!».
Concetto Vecchio
MA QUALE CLIENTELISMO, IO HO CHIESTO SOLDI PER SERVIRE IL TERRITORIO–
[Giuseppe Marinello]
«Clientelismo? Macché. Faccio soltanto il mio lavoro, che è quello di servire il territorio». Giuseppe Marinello, senatore di Sciacca del Nuovo Centrodestra, non si scompone: «Ormai indignarsi è lo sport nazionale degli italiani».
Lei aveva inserito nel decreto Salva Roma un emendamento da un milione per il Comune di Sciacca. Per fare cosa?
«Per restaurare il palazzo comunale, un ex convento dei Gesuiti di grande valore artistico. Considerato il più bello dell’Isola. Peccato che non tutti lo sappiano».
Gliel’aveva chiesto il sindaco, suo compagno di partito?
«Sì, lo confermo. E non me ne vergogno. Se è per questo, ho tentato di ritagliare anche mezzo milione di euro per salvare la torre di Porto Palo di Menfi. E lì il sindaco è del Partito democratico».
Generosità bipartisan?
«Chiamiamoli interventi utili. I quali, ricordiamolo, erano stati approvati a stragrande maggioranza dalla commissione e poi dall’aula. Sa qual è il titolo originale del famigerato decreto Salva Roma? “Interventi localizzati sul territorio”. Come vede, questa norma è perfettamente coerente».
Nessuno scandalo, dunque? Ripresenterebbe quegli emendamenti?
«Ma certo. Oggi la gente vuole politici vicini al territorio, e io faccio gli interessi della mia Sicilia. Ma quale clientelismo...».
(e. la.)