Fabio Pavesi, Il Sole 24 Ore 27/12/2013, 27 dicembre 2013
SU ENTE E BANCA PESA IL «ROSSO» DELLA SANSEDONI
Non è certo una priorità della lunga assemblea che parte stamane, ma è comunque un’altra grana della disastrata epopea di Mps e della sua Fondazione. Anche il business immobiliare dell’istituto e della sua controllante è motivo (non da ieri) di preoccupazione. Mps con il 21,8% e la Fondazione con il 67% controllano infatti la Sansedoni Spa, attiva nel real estate. La società sta vivendo una preoccupante e pericolosa china discendente. Nel 2012 Sansedoni ha archiviato i conti con una secca perdita netta per 40 milioni. Ma anche nel 2011 le cose non erano andate bene: il «rosso» di bilancio è stato di oltre 18 milioni. Bilanci in tensione quindi con la società che ha dovuto interrogarsi sul presupposto della continuità aziendale, che è stata sì confermata, ma non per questo può da sola sgombrare il campo dalle incognite per il futuro. Sul passivo hanno pesato fortemente le svalutazioni su aree edificabili che hanno perso molto valore. E poi c’è la grana di Casalboccone, la maxi-iniziativa di costruzione a Roma fonte per ora solo di guai. Sansedoni ha dovuto accantonare 21 milioni nel fondo rischi per l’eventuale perdita legata all’escussione della fidejussione da 32 milioni prestata alla Casalboccone Spa. Ma anche l’iniziativa nella collegata immobiliare Centro Milano ha avuto ben poca fortuna con 61 milioni di perdite e patrimonio in negativo. Difficile pensare come uscirne. Certo c’è un nuovo piano industriale, ma è tutto scritto solo sulla carta. Per ora sia la Fondazione sia la banca hanno dovuto sorbirsi i contraccolpi negativi. La Fondazione nel 2012 ha portato il valore di Sansedoni da 117 milioni a 45 milioni con un buco di 72 milioni, mentre Mps anche a settembre 2013 ha svalutato di altri 8 milioni la partecipazione. E il dubbio è che non sia finita qui.