Tommaso Rodano, Il Fatto Quotidiano 27/12/2013, 27 dicembre 2013
CAPITALE INFETTA, I MAIALI E IL CENONE NELLA SPAZZATURA
A Roma la cartolina di Natale è una famiglia di maiali che banchetta su un letto di rifiuti, ai piedi dei cassonetti di una strada di periferia. È successo davvero in via Domenico Montagnana, zona Boccea, pochi chilometri oltre il raccordo anulare. I suini sono arrivati dai campi che circondano il viale, attratti dall’irresistibile fragranza della monnezza accumulata per giorni. La mamma, intraprendente, ha aperto la strada a una decina di cuccioli. Senza nessun ostacolo, hanno consumato gli avanzi di qualche cenone sotto gli occhi attoniti dei residenti. Qualcuno ha inviato la fotografia al blog Roma Fa Schifo e di lì la notizia è rimbalzata sui siti. Al quadro tragicomico ha contribuito – involontariamente – il comunicato stampa dell’assessore all’ambiente della giunta comunale, Estella Marino: “La presenza incontrollata degli animali - si legge, in un crescendo di ovvietà - oltre a determinare lo spargimento dei rifiuti dovuto al grufolare dei maiali stessi, può essere pericolosa per l’incolumità e l’igiene delle persone”.
I problemi, per Marino (Estella e Ignazio), non si esauriscono con il pranzo di Natale dei porcellini. Nei giorni di festa la raccolta dei rifiuti a Roma è finita di nuovo nel caos.
FOTOGRAFIE e segnalazioni di cassonetti pieni e immondizia straripante sono arrivate praticamente da ogni area della città. A Torpignattara i cittadini hanno realizzato un dossier di immagini per raccontare la situazione igienica di alcune strade del quartiere. Stavolta mancano i maiali, ma sull’asfalto e tra le macchine, accanto ai bidoni, c’è di tutto: buste e sacchetti di varie dimensioni, scatole di cartone e addirittura un materasso da una piazza e mezza. L’aria che si respira
– testimoniano i residenti – è nauseabonda; la situazione è la stessa da più di dieci giorni, nonostante la segnalazione all’Ama, la municipalizzata che si occupa della raccolta dei rifiuti.
Denunce e fotografie simili nell’ultima settimana sono arrivate anche da Garbatella, Talenti, Torre Angela, Eur, Tuscolano. E sotto Natale i disservizi hanno raggiunto le strade del centro: i cassonetti traboccano anche all’Esquilino, all’Ostiense e a Piazza Re di Roma.
Nonostante la replica di Ama – che attribuisce i “disagi” alla “sovrapproduzione di rifiuti fisiologica, dovuta ai cenoni e allo scambio dei doni” – i problemi della raccolta della spazzatura non sono arrivati insieme a Babbo Natale.
Inefficienze organizzative e condizioni igieniche ai limiti dell’emergenza sono una realtà con cui la città si confronta da anni. La differenziata continua a essere relegata a una crescita misera e una percentuale marginale (attorno al 30 per cento), lontana dagli standard europei e dalla soglia fissata dalla legge italiana (era il 65 per cento entro il 2012). Non è bastato il “Patto per Roma”, con cui l’Ama e il Comune si sono impegnati a razionalizzare il sistema due estati fa. Dalla selva di metodi di raccolta (addirittura cinque) si è passati a due modelli soltanto: il porta a porta e la raccolta “tradizionale” stradale (con cassonetti diversi per organico, carta, vetro, multimateriale e indifferenziato). Ma la riorganizzazione è avvenuta nel caos. L’allargamento della raccolta domiciliare a nuovi municipi ha indebolito l’organico negli altri. Quando gli operatori non arrivano o tardano – nelle zone del “porta a porta” – non ci sono nemmeno più i cassonetti: il risultato sono grotteschi viaggi della speranza da un quartiere all’altro per buttare la spazzatura. All’arrivo si trovano bidoni inevitabilmente strabordanti. O nella peggiore delle ipotesi, un branco di maiali.