Luca Gualtieri, Milano Finanza 27/12/2013, 27 dicembre 2013
ASSEMBLEA MPS, QUORUM VICINO
L’assemblea del Monte dei Paschi che dovrà esprimersi sull’aumento di capitale da 3 miliardi potrebbe tenersi già oggi in prima convocazione (per la quale è necessaria la presenza di oltre il 50% dei votanti). Secondo indiscrezioni raccolte da MF-Milano Finanza, prima della pausa natalizia il capitale sociale accreditato si sarebbe infatti attestato al 49,2%, un soffio dunque al di sotto della soglia prevista. È dunque plausibile che entro le 9 di questa mattina il quorum venga raggiunto. Qualora ciò non accada, l’assemblea slitterà alla seconda convocazione, prevista per domani, per la quale serve invece la presenza di oltre un terzo del capitale. Difficilmente invece si andrà alla terza convocazione di lunedì 30, per la quale è sufficiente una presenza superiore al 20%.
L’assemblea sarà uno snodo assai delicato per il Monte. Finora la Fondazione si è infatti opposta alla tempistica dell’aumento di capitale scelta dal cda, chiedendo un rinvio di un trimestre per normalizzare la propria situazione finanziaria e onorare così un debito da 340 milioni contratto sotto la precedente gestione. Per evitare il muro contro muro il Tesoro e alcune forze politiche sarebbero scesi in campo, tessendo la trama di una soluzione di sistema che risolvesse l’impasse. La scorsa settimana si è ipotizzato l’intervento di una cordata di Fondazioni del Nord per rilevare in swap una quota consistente delle azioni Mps in pancia a Palazzo Sansedoni. La trattativa però, smentita da Siena, si sarebbe per il momento arenata per la distanza delle posizioni in campo (soprattutto in termini di prezzo) e per i tempi troppo ristretti. Così nei giorni scorsi qualcuno ha di nuovo invocato un intervento dalla Cassa depositi e prestiti, peraltro smentito in passato.
In assenza di sviluppi nella notte tra ieri e oggi, l’esito dello scontro appare scontato. Alle assemblee del Monte partecipa infatti in media il 50-60% del capitale sociale e la Fondazione, con il suo 33,5%, è in grado di condizionarne l’esito visto che i due terzi necessari a deliberare in straordinaria ammontano a circa 34%.
In ogni caso il presidente di Mps Alessandro Profumo ha ben chiare le proprie ragioni, come ribadito in un documento pubblicato martedì 24 in risposta ad alcuni quesiti della Consob. In sostanza il documento puntualizza che «la Fondazione verrà ammessa a esprimere il proprio voto sulle proposte di delibera di aumento, concorrendo alla formazione dei quorum costitutivi e deliberativi». Un parere legale del notaio Piergaetano Marchetti ribadisce però: «Pare adeguatamente motivata la posizione (del cda, ndr) di non aderire ad un differimento dell’operazione (di aumento di capitale, ndr). La scelta di non coltivare la disponibilità alla costituzione di un consorzio di garanzia e la assoluta incertezza della possibilità di poterlo costituire in periodi successivi costituiscono elementi che espongono a un rischio che, verosimilmente, supera la dovuta prudenza», spiega il parere.