Luciana Grosso, il Venerdì 27/12/2013, 27 dicembre 2013
SE L’HOCKEY IN CANADA DA SPORT NAZIONALE DIVENTA UN LUSSO
Una volta era lo sport nazionale, come da noi il calcio. Ora è diventato una specie di lusso, che solo in pochi possono permettersi: l’hockey costa troppo per i canadesi e sempre più giovani decidono di appendere pattini e mazza al chiodo. A denunciare il disagio dello sport nazionale sul ghiaccio e le sue conseguenze sulla partecipazione popolare è John Gardner, presidente della Greater Toronto Hockey League, la più grande lega giovanile del Paese, che ha lanciato un appello al governo affinché sovvenzioni la disciplina garantendo, almeno alle squadre juniores, divise e attrezzature. Tra i costi più pesanti che gravano sulle famiglie dei giovani giocatori, infatti, ci sono quelli di iscrizione, quelli di viaggio per le trasferte e poi l’acquisto di pattini e equipaggiamento, per un totale di 7/8mila dollari canadesi l’anno (circa 6mila euro).
In più, gli appassionati di hockey si ritrovano faccia a faccia anche con le spese causate, per paradosso, proprio dall’estrema popolarità dello sport su ghiaccio. Il grande numero di appassionati, infatti, ha portato negli anni al prolificare di squadre in cerca di spazi. Richieste continue cui i palaghiaccio comunali non sanno far fronte, lasciando campo libero ai palazzetti privati che affittano la pista alla tariffa che vogliono. E poi, ultima voce di un bilancio molto oneroso, le accademie di hockey: scuole private che inseriscono la disciplina tra le materie curricolari. In questo modo, le loro squadre riescono a diventare tra le migliori del Paese guardate con estremo interesse, almeno secondo la vulgata, dai talent scout delle divisioni professionistiche. Un sogno e una scommessa con il destino che, solo di retta, può costare fino a 40mila dollari all’anno.