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 2013  dicembre 27 Venerdì calendario

IL COMPLEANNO DI DUDÙ, L’ULTIMA STRAVAGANZA DI QUESTO CIRCO SELVAGGIO


L’Italia è un Paese di pazzi, forse lo è diventato, forse lo è sempre stato, e i titolari di rubriche neurovisive sono comunque i meno abilitati ad assumere toni schizzinosi, e con tale oziosa premessa si vorrebbe illustrare qui sotto l’ultimo evidentissimo foto-scoop del Tempo e dunque la prima festa di compleanno del cane Dudù a Palazzo, pronuba dello scatto la «mamma adottiva», come lei stessa si definisce nelle sedi deputate, Francesca Pascale.
Per una serie di rimbalzi, anch’essi ai limiti del delirio, la scena delle candeline ricorda un’antica (1987) pubblicità elettorale della Dc che appunto mostrava quello stesso rito, seppure svolto da un bimbo sopra lo slogan: «Fai vincere le cose che contano». E quindi: «Forza Italia».
La storia dapprima s’involtola, poi si accartoccia e infine a suo modo si vendica, anche se non è chiaro contro chi, forse addirittura contro se stessa. Nel frattempo la tovaglia è stirata, l’iPhone a portata di mano, le posate e i sottopiatti sono d’argento massiccio, i bicchieri di cristallo, la ciotola è pulita, magari quell’osso istoriato ha un che di sinistro. Dietro, sul divano, si scorgono dei pacchi da shopping, un piumino e una costosa borsa rossa.
Ma è la visione del pubblico compleanno di Dudù che ondeggia paurosamente tra amara sdolcinatezza e selvaggia irrealtà. Ecco ciò che resta del grande Sogno: un piccolo sogno perturbante, un circo di famiglia, l’ultima stravaganza di questo tempo.
Chi sia interessato ad approfondirla, con tutti i rischi annessi & connessi, può utilmente consultare la pagina Facebook Forza Dudù (facebook.com/forzadudu?fref=ts). Vi si trova – oh, inconsapevole potenza dei social! - il più stralunato campionario di eccessi. Chi esalta la bestiola e i suoi padroni e chi li maledice; chi spedisce auguri, cuoricini, «yuppi», «coccole», «bau», e chi vorrebbe spedire Dudù in Estremo Oriente, dove si mangiano i cani; c’è anche un presepe interamente canino e una sonante invocazione alla divinità egizia col muso di cirneco: «Anubi, proteggi questa necropoli».