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 2013  dicembre 24 Martedì calendario

GAGLIANO: «VOGLIO TORNARE A CASA DA MIA MADRE»


«Voglio solo finirla e tornare a casa da mia madre». È quanto avrebbe detto Bartolomeo Gagliano - il serial killer evaso durante un permesso premio dal carcere Marassi di Genova e arrestato venerdì scorso a Mentone (Francia) - durante il processo che si è tenuto al tribunale di Nizza secondo quanto ha riferito su Twitter Christophe Cirone, il giornalista di Nice-Matin che sta seguendo l’intera vicenda.
«Ho delle vertigini, sento delle voci », avrebbe poi aggiunto Gagliano.
Secondo il quotidiano d’Oltralpe Nice-Matin, Gagliano è stato condannato a 10 mesi senza condizionale per la violazione delle leggi sulle armi e la falsificazione della sua carta di identità.
E dunque ora ritorna in carcere. L’accusa aveva chiesto due anni. A questo punto la condanna decisa dal tribunale d’Oltralpe potrebbe ritardare l’estradizione del serial killer, anche se non è escluso che possa tornare a Genova in base agli accordi presi tra i Paesi dell’Unione Europea. Nel frattempo proseguono le indagini degli investigatori italiani per risalire ad eventuali complici che abbiamo aiutato Gagliano nella preparazione della fuga e anche per scoprire dove il killer abbia comprato la pistola e trovato i documenti falsificati.
Sempre secondo il cronista di Nice Matin, Cirone, il serial killer è stato mantenuto in detenzione e piazzato in «unità medica specializzata in attesa dell’estradizione».
Nel frattempo la camera penale genovese ha lanciato un appello alle istituzioni affinchè il direttore del carcere di Marassi - Salvatore Mazzeo - non venga rimosso, dopo le dichiarazioni rilasciate a seguito dell’evasione del serial killer. «In questi giorni» si legge in un comunicato difffuso ieri, «stiamo assistendo a un linciaggio mediatico nei riguardi di Mazzeo. La sua rimozione appare, alla luce degli indiscutibili meriti personali dimostrati sul terreno “minato” della particolare realtà locale del carcere genovese, l’enne - sima immolazione del capro espiatorio per saziare l’appetito dei campioni della demagogia, garantisti o giacobini a seconda della convenienza o emozione del momento». I giudici si appellano alle istituzioni «perchè non vada dispersa la sua straordinaria professionalità dimostrata quotidianamente in questi anni dal direttore Mazzeo».