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 2013  dicembre 24 Martedì calendario

NON SOLO IL CONGO: I BIMBI SENZA FAMIGLIA SONO 168 MILIONI


I giorni delle festività natalizie sono tradizionalmente quelli in cui ci si ritrova con i propri cari e dove si trascorre più tempo con la propria famiglia. Forse anche per questo le notizie provenienti da Kinshasa colpiscono così tanto. Il fatto ormai è noto: 26 coppie italiane sono bloccate ormai da tempo in Congo, Paese dal quale sarebbero dovute ripartire con 32 bambini che erano stati adottati e che avrebbero dovuto seguire i nuovi genitori in Italia. Il Governo della Repubblica Democratica del Congo è rimasto inflessibile alle proteste internazionali e ha proseguito su una strada preannunciata già da qualche mese: quella dell’interruzione delle adozioni internazionali.
Tutto è nato a settembre, quando il Dipartimento per l’emigrazione congolese ha reso pubblico un rapporto dove si prefiguravano indagini sul traffico dei bambini e sui legami fra adozioni e criminalità organizzata. Molti bambini, si afferma nel documento, vengono abbandonati o ceduti a famiglie diverse da quelle originariamente assegnate, e finché non vi saranno chiarimenti ogni adozione internazionale verrà interrotta. Emma Bonino sta cercando di risolvere la situazione e si è già confrontata con l’ambasciatore del Congo in Italia, che però non ha sciolto la riserva.
Nel frattempo, la situazione si sta facendo sempre più complicata per le famiglie italiane, il cui visto si avvicina in molti casi alla scadenza. Queste famiglie, comprensibilmente, non vogliono accettare di partire e di tornare in Italia senza quei figli adottivi che, ai sensi degli attuali provvedimenti congolesi, vivono di fatto in un limbo legale.
Questi avvenimenti si collocano in uno scenario sempre più difficile per le adozioni internazionali. Amici dei Bambini, una ONG che dal 1986 si dedica a trovare famiglie per i piccoli senza genitori, denuncia che la procedura per le adozioni internazionali si sta facendo sempre più complessa. Gli aspiranti genitori vengono sottoposti a un lungo percorso per accertarne l’idoneità; una procedura che è nata per garantire i diritti dei più piccoli, ma che spesso si risolve in una vera e propria prova di resistenza e volontà. Le crescenti difficoltà e l’assenza di uno standard riconosciuto a livello internazionale hanno condotto a un drammatico calo delle adozioni internazionali, mentre nel mondo ci sono 168 milioni di bambini privi del diritto ad avere una famiglia.
Sono notizie che spingono a riflettere, tanto più in questi giorni dedicati alla famiglia e agli affetti. Non appare quindi fuori luogo chiedere un regalo ai governi dei Paesi che, in questi giorni, si sono mossi intorno a questo tema: quello di farsi promotori, con forza, di un accordo che regolamenti le adozioni internazionali e che possa rappresentare una garanzia per le famiglie e per i tanti piccoli che una famiglia non ce l’hanno, e di questo passo rischiano di non averne mai una.
Antonio Panzeri*
*Eurodeputato Pd