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 2013  dicembre 24 Martedì calendario

«VI COMPORTATE COME NEL COMUNISMO». LO SFOGO DELLA MERKEL AL VERTICE UE

Prima o poi, senza la necessaria coesione, l’euro esploderà. A un certo punto la cosa deraglierà». Di rado Angela Merkel si lascia andare ad affermazioni anche minimamente provocatorie. Che abbia parlato così al Consiglio europeo alla fine della scorsa settimana, secondo Le Monde, dà la misura del solco che quattro anni di crisi dell’euro hanno scavato fra i leader europei e dell’esasperazione che circonda la convivenza nell’euro.
Lo si è visto venerdì scorso, quando i capi di Stato e di governo europei hanno iniziato a parlare dei cosiddetti «accordi contrattuali». Proposti dalla Germania, questi accordi prevedono dei piani nazionali vincolanti di misure per la competitività in contropartita di incentivi economici. Un Paese può impegnarsi a una serie di interventi, per esempio nelle regole sul lavoro, mentre il resto dell’area euro garantisce prestiti a tassi agevolati o garanzie finanziarie. Merkel da tempo è convinta che quasi tutti i Paesi di Eurolandia debbano cambiare alcuni elementi di base dei loro sistemi per coesistere sotto l’ombrello di una moneta che non svaluta. Al vertice di venerdì a Bruxelles, la cancelliera avrebbe elencato anche la Germania fra le economie che hanno bisogno di manutenzione. Ma la discussione sulle sue proposte non è stata facile. Werner Faymann, il cancelliere austriaco, ha ricordato che qualunque piano «deve rispettare i parlamenti», perché ciò che è in gioco è la «sovranità» degli Stati.
Lo spagnolo Mariano Rajoy ha ricordato che il suo Paese sta già affrontando una programma di riforme. «Se non fate le riforme – ha ribattuto il capo della Bce, Mario Draghi – perderete la sovranità nazionale». Altrettanto duro il premier olandese: «Ora noi dobbiamo pagare per coloro che non hanno fatto le riforme».
È a questo punto che Merkel avrebbe difeso le
sue posizioni con un riferimento alla sua esperienza di vita nella Ddr. «Sono cresciuta in uno Stato che ha avuto la fortuna di avere la Germania Ovest che lo ha tolto dai guai. Ma nessuno farà lo stesso per l’Europa», avrebbe detto la cancelliera secondo Le Monde (la cui ricostruzione non è stata smentita). Poi un nuovo affondo: «Se tutti si comportano come si poteva fare durante il comunismo, allora siamo finiti».
L’idea di Angela Merkel è che la mancata modernizzazione delle economie del Sud Europa non sia compatibile con l’euro. Ma i verbali pubblicati da Le Monde sono una rara finestra sul senso di frustrazione che prova di fronte alla realtà di Eurolandia oggi. Quando Rajoy ha chiesto che i contratti proposti dalla Germania non fossero considerati vincolanti nel comunicato finale, la cancelliera non ha trattenuto il sarcasmo: «Se questo testo non è accettabile per
Spagna, lasciamo perdere, se ne riparlerà tra dieci anni», ha detto. «La base dei nostri accordi è la responsabilità. Presumo che ciascuno abbia il senso delle proprie responsabilità», ha aggiunto. «Se qui riusciamo ad agire solo quando siamo sull’orlo del precipizio, ogni volta, allora torniamo a casa e aspettiamo. Vedrete cosa succederà tra sei mesi e chi raccatterà i pezzi».
Alcuni dei testimoni diretti dell’incontro di venerdì riferiscono che il senso dell’intervento di Angela Merkel è stato più costruttivo di come appaia dalle frase riporla
da Le Monde. Ma è una spia del logoramento dei rapporti il fatto stesso che qualcuno dal Consiglio europeo abbia scelto di rompere il patto di riservatezza su ciò che ha detto la leader tedesca. La sua iniziativa mira a rendere l’euro sostenibile nel tempo ed evitare nuovi piani di salvataggio troppo onerosi in futuro. Eppure l’irritazione che Merkel ha mostrato a Bruxelles appare una spia della debolezza della sua leadership in Europa. La cancelliera è arrivata al punto di fare riferimento alla fase più acuta della crisi: «Allora abbiamo discusso per capire se la Grecia avesse dovuto uscire dalla zona euro e credo che, se fosse successo, tutti avremmo dovuto lasciare l’euro in un secondo tempo» avrebbe detto Merkel, prima di aggiungere: «Finché sarò cancelliera, aiuterò tutti, ma non so se potrò farlo una seconda volta» dopo i piani di salvataggio dopo quelli per Grecia, Irlanda, Portogallo
e Spagna.
Chiaramente questo è un tema che preoccupa la cancelliera. Ai suoi colleghi, ha raccontato di aver letto «I sonnambuli» di Christopher Clark, il saggio su come i leader europei nel 1914 scivolarono nella prima guerra mondiale senza capire le conseguenze delle loro scelte. Ma per i leader di oggi ha riservato una metafora molto meno intellettuale: «La vita non è giusta - avrebbe detto Merkel - Se avete mangiato troppo e siete ingrassati, mentre altri sono magri, vi aiuto a pagare il dottore. Non è un diktat: aiutare chi non si può aiutare da solo richiede della comprensione da parte nostra».