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 2013  dicembre 24 Martedì calendario

ROBESPIERRE ERA GIÀ RIDOTTO MALE

Robespierre, prima di morire decapitato il 28 luglio 1794, era già in pessime condizioni di salute: dopo essere guarito dal vaiolo contrasse la sarcoidosi, una malattia autoimmune che colpisce tra l’altro cuore e polmoni e che l’avrebbe consumato a poco a poco. Questo accadde quattro o cinque anni prima della sua uccisione.

A questa conclusione è giunto Philippe Charlier, antropologo e medico legale dell’università di Versailles-Saint-Quentin-en Yvelines, grazie alla ricostruzione del viso del rivoluzionario francese.

Un’operazione, quest’ultima, effettuata da Philippe Froesch, specialista in ricostruzione facciale, nel suo laboratorio di Barcellona. Il tecnico ha spiegato che il risultato è stato ottenuto passando al computer una copia della maschera mortuaria di Robespierre, conservata al Museo di storia naturale di Aix-en-Provence. Grazie all’utilizzo di software tridimensionali che vengono impiegati nella creazione di effetti speciali, è stato possibile ottenere l’immagine del viso e determinare la posizione degli occhi. Ultimo passaggio, la riapertura delle pupille. Infine è stata posizionata una parrucca sulla testa di Robespierre, come del resto era rappresentati nei dipinti dell’epoca. La maschera mortuaria che ha fatto da modello era stata ottenuta a partire da un modello creato subito dopo la morte del francese da Marie Tussaud, artista nota per le sue sculture di cera.

L’analisi scientifica, dunque, rivela che Robespierre aveva sofferto di vaiolo, per il quale a quei tempi si moriva nel 30-40% dei casi. Le numerose cicatrici sono la traccia della terribile malattia. Osservando le maschere mortuarie emerge la presenza di noduli, soprattutto sulle guance e sul naso. Gli scienziati sostengono inoltre che Robespierre perdeva copiosamente sangue dal naso durante il sonno, che aveva ulcere ricorrenti alle gambe, che aveva un colorito olivastro, gli occhi gialli e una capacità visiva alterata. Senza dubbio, osserva Charlier, si tratta del più vecchio caso di sarcoidosi della storia.

Erano state vagliate altre ipotesi sulle patologie di Robespierre, alla fine tutte scartate. A cominciare da quella della lebbra, che però era incompatibile con le estremità delle sue mani indenni da sintomi. Questi ultimi, inoltre, non potevano derivare dalla tubercolosi a causa dell’assenza di febbre, tosse e problemi polmonari. E neppure si poteva parlare di emocromatosi, una malattia del metabolismo il cui focolaio genetico si trova fra gli scandinavi e i bretoni.

Per approfondire la questione gli studiosi si sono ripromessi di esaminare la maschera originaria del rivoluzionario, che è conservata al museo della cera Madame Tussaud di Londra. Tra l’altro, il giorno prima di essere decapitato, Robespierre aveva la mascella frantumata a causa di un colpo d’arma da fuoco sparato da un gendarme. Secondo Froesch, che ha condotto gli studi balistici a Barcellona, non è attendibile l’ipotesi del tentativo di suicidio, poiché il colpo era partito da almeno due metri di distanza. Quando la tecnologia avvicina la storia al presente.