Flavio Pompetti, Il Messaggero 24/12/2013, 24 dicembre 2013
Apple sbarca in forze a Pechino accordo chiuso con China Mobile– L’INIZIATIVA NEW YORK Dopo tre anni di corteggiamento, la Apple ha finalmente firmato lo scorso fine settimana l’accordo che le apre le porte ai grandi numeri del mercato cinese degli smartphone: i suoi cellulari saranno distribuiti dalla China Mobile, che con 763 milioni di abbonati è il primo tra i provider di rete del paese asiatico
Apple sbarca in forze a Pechino accordo chiuso con China Mobile– L’INIZIATIVA NEW YORK Dopo tre anni di corteggiamento, la Apple ha finalmente firmato lo scorso fine settimana l’accordo che le apre le porte ai grandi numeri del mercato cinese degli smartphone: i suoi cellulari saranno distribuiti dalla China Mobile, che con 763 milioni di abbonati è il primo tra i provider di rete del paese asiatico. Se a questi si sommano i 66 milioni di potenziali utenti giapponesi che sono stati raggiunti a settembre con un simile accordo firmato a Tokio con la NTT DoCoMo, l’azienda di Cupertino può vantarsi di aver completato nell’anno in corso l’apertura di tutti i potenziali mercati del mondo. LA STRATEGIA L’avanzata degli smartphone in Cina è solo all’inizio. La stessa China Mobile ne conta «appena» 145 milioni tra i suoi clienti, un numero che è già più alto di quello americano, ma il cui potenziale di crescita è enorme, specialmente ora che la prima rete di telefonia mobile nazionale ha annunciato, in concomitanza con l’accordo, di essere pronta a lanciare lo standard G4 per i collegamenti. La Apple è già presente in Cina con un 6% di quota, ottenuto con accordi che la legano alle reti minori. La partnership con China Mobile la mette al centro del segmento con enormi aspettative di crescita, ma anche con un nuovo ordine di insidiose scelte strategiche da compiere. Fino ad ora gli i-Phone sono stati venduti senza nessun sussidio in Cina, e il prezzo dell’ultima generazione C ed S oscilla tra i 524 e i 613 euro. Un costo esorbitante rispetto alla media nazionale di 197 euro per uno smartphone, e che nasconde tra l’altro un’enorme volume di prodotti nazionali di bassa qualità, venduti a circa 70 euro. Apple dovrà decidere se continuare la politica degli alti prezzi che ha praticato finora, o se piegarsi all’esigenza di raggiungere una platea più vasta, ma dotata di una minore disponibilità di spesa. L’altra considerazione e che la caduta dell’ultima barriera commerciale pone ora la Apple di fronte ad un tetto di espansione che rischia di tarpare le ali alla crescita stratosferica alla quale ha abituato i suoi investitori. Gli analisti prevedono che il mercato cinese della telefonia mobile crescerà ad un ritmo vorticoso nei prossimi anni, ma che per la fine del decennio avrà raggiunto il livello di saturazione. La società di Cupertino dovrà lottare di gomito per difendere la sua posizione e continuare a crescere, di fronte ad una Samsung che vanta già il 31% di avanzata. Ma alla fine della corsa, dovrà trovare altri segmenti sui quali puntare per la crescita futura, se non vorrà estendere anche ai mercati asiatici la fase di stallo della quale soffre già oggi negli Usa. Una delle aree di possibile crescita è quella delle applicazioni. Le posizioni di dominio già acquisite in Cina da Samsung e Lenovo, hanno fatto sì che le app disegnate per Android superino di gran lunga quelle per i telefonini della Apple. Ma per il momento, la festa è per gli i-Phone. I cinesi potranno prenotarli a partire dal giorno di Natale, con una consegna prevista per il 17 di gennaio. E la Apple può iniziare a contare vendite addizionali tra i 12 e i 30 milioni di smartphone per l’anno prossimo, ai quali presto si aggiungeranno, sempre in Cina, i numeri dei tablets che stanno per esordire sul mercato. Flavio Pompetti