Francesco Bei, la Repubblica 24/12/2013, 24 dicembre 2013
LETTA: SVOLTA GENERAZIONALE. NOI QUARANTENNI SENZA PIU’ ALIBI
È una nuova Italia quella che Enrico Letta vuole presentare agli italiani nel tradizionale bilancio di fine anno organizzato dall’Ordine dei giornalisti e dall’Associazione stampa parlamentare. Un paese che nel 2013, «anno di una svolta generazione senza precedenti, ha recuperato 30 anni nel calendario». Non era mai successo, se non nel secondo dopoguerra, che «la generazione di politici sessantasettantenni» venisse sostituita nello spazio di pochi mesi «da una nuova generazione di quarantenni». Un cambiamento «epocale», molto apprezzato all’estero, «un passaggio che riguarda anche la mia persona», puntualizza il presidente del Consiglio (47 anni), che non vuole lasciare al solo Matteo Renzi l’onore della ribalta. Ma che adesso «mette alla prova dei fatti la nuova generazione, che non può fallire: non abbiamo più alibi, dobbiamo farcela a risolvere problemi lasciati in sospeso per decenni». E per far questo Letta propone alla sua maggioranza, anzitutto al segretario Pd, un «gioco di squadra». Un’ora e mezza di domande e risposte, con un albero di Natale alle spalle. Anche questa è una piccola novità, forse per dare un segno di speranza a un paese sfinito da «cinque anni durissimi di crisi che hanno prodotto una grande fatica sociale».
IL RAPPORTO CON RENZI
Nella conferenza stampa di fine anno il tema del rapporto con Renzi torna spesso, ma la convinzione di Letta è sempre la stessa: «Saremo, non soltanto dal punto di vista dei conti pubblici, dell’economia e della crescita, la dimostrazione vivente » che il dualismo tra leadership e premiership nel Pd «è stata una delle iatture del centrosinistra e una delle grandissime fortune di Berlusconi. Dimostreremo che la nuova generazione sarà in grado di vivere in modo assolutamente diverso la capacità di fare gioco di squadra». In ogni caso il premier chiarisce che non intende fare la fine di Monti e si considera pienamente in campo. «Non sono stato finora e non sarò un premier tecnico, serve non la tecnocrazia ma leadership politica: o è cosi o ne trarrò
le conseguenze». Per dimostrare che non scherza, Letta ricorda che arrivò a sfidare direttamente Berlusconi sulla fiducia del 2 ottobre: «In quell’occasione ho saputo dimostrare di cosa c’è bisogno per una svolta politica vera. Ho rischiato e ho dimostrato come quella determinazione sia servita al paese». Forse non è un caso se, alla domanda sul suo possibile sostegno
alla candidatura di Renzi alla premiership, Letta si faccia improvvisamente vago: «Se continueremo a fare gioco di squadra come adesso, potrà venirne solo del bene». I toni, comunque, sono distensivi. «Non condivido il sospetto che il leader Pd voglia il voto anticipato».
LE RIFORME PRIMA DELLE EUROPEE
Il premier non vede nessun pericolo da un dialogo tra il Pd e Forza Italia. Renzi «fa bene a parlare di riforme con Forza Italia e con altri che non fanno parte della maggioranza». E Berlusconi ci deve stare a questo tavolo, «senza terminare la sua carriera con una deriva popu-lista e nichilista». Ma di riforme si parla «naturalmente a partire dalla maggioranza: si cerca un punto di partenza condiviso dentro la maggioranza e poi c’è un’apertura vera a tutti». Non proprio l’impostazione del sindaco di Firenze. Ma non c’è solo la legge elettorale. «Il governo farà la sua parte. Prima delle Europee dovremo avere la nuova legge elettorale e i primi passaggi parlamentari sull’eliminazione del bicameralismo perfetto, la riduzione del numero dei parlamentari, la riforma del Titolo V, e l’eliminazione della parola Province dalla Costituzione. Faremo mancare appositamente i due terzi previsti e chiederemo ai cittadini un parere con un referendum».
JOB ACT
Il piano sul lavoro annunciato da Renzi non sembra scaldare molto il premier. Che lo mette sullo stesso piano di proposte analoghe degli altri partiti della maggioranza. «A gennaio, nel contratto di governo, affronteremo tutte le proposte degli attori della maggioranza. Tutto ciò che aiuta nuova occupazione è benvenuta, dobbiamo creare occupazione buona e non senza diritti». Letta conferma che la lotta all’evasione e la spending review «porteranno risorse che serviranno per ridurre le tasse sul lavoro».
RIENTRO CAPITALI DALL’ESTERO
«Gennaio sarà il mese dell’intervento sul tema dei capitali illegalmente esportati e quindi del loro rientro, e ci saranno interventi importanti contro l’autoriciclaggio,
tutto collegato al pacchetto di interventi contro l’illegalità e la criminalità».
TAGLI AI COSTI DELLA POLITICA
Dei costi della politica «tanti ne parlano, pochi fanno. Noi abbiamo fatto quello che potevamo fare: abbiamo eliminato con un decreto lo stipendio per ministri che siano anche parlamentari». Poi una frecciata a Renzi e Grillo: «È facile fare dei tweet, ma la realtà è più complessa». Il premier ricorda anche il recente decreto sul finanziamento ai partiti: «Erano decenni che si voleva intervenire, ora ai cittadini che non vorranno contribuire non sarà tolto un euro», anche se ci sarà una «fase di transizione» perché «il contributo volontario del 2 per mille non lo si può applicare dal giorno alla notte». Come dire: il meglio è nemico del bene.
GRILLO E NAPOLITANO
Netta la presa di posizione di Letta sul presunto atteggiamento “presidenzialista” di Giorgio Napolitano e sulla richiesta di impeachment vagheggiata dal Movimento 5 Stelle e appoggiata da Forza Italia. «Attacchi e critiche sono legittimi, ma si è passato il limite negli attacchi al presidente. Le parole dei giorni scorsi di Grillo sono fuori luogo. Bisogna reagire con fermezza nella difesa delle istituzioni. Il presidente non ha mai travalicato i propri compiti. Io credo che Napolitano abbia svolto una funzione fondamentale, ha salvato l’Italia che stava finendo fuori strada. È stato un punto di riferimento essenziale».
NO AL RIMPASTO
Il rimpasto di governo «non è un tema all’ordine del giorno». Quella di gennaio «sarà una discussione sul programma e a quello ci atterremo». Inoltre «sono contento della squadra di governo, di come ha lavorato e di come è composta. E devo ringraziare anche i sottosegretari di Forza Italia che si sono dimessi».
SÌ AL CONFLITTO D’INTERESSI
L’ultima domanda riguarda una nuova normativa sul conflitto d’interessi. «Non ho alcun dubbio», risponde Letta, che il governo si occuperà di conflitto di interessi: «Fra le proroghe che faremo venerdì ci sarà anche quella sugli incroci di proprietà, chi aveva dubbi s questa cosa non so a quale presidente del consiglio pensava. Sono temi a cui fare attenzione perché riguardano tanti ambiti della nostra vita politica e civile».