Giovanni Negri, Il Sole 24 Ore 24/12/2013, 24 dicembre 2013
LIBERTÀ ANTICIPATA PER 1.700
RAFFORZATI GLI SCONTI DI PENA - PROCEDURA SNELLA PER LE ESPULSIONI–
Liberazione anticipata per circa 1.700 detenuti, estensione dell’affidamento in prova ai servizi sociali, definitività dell’esecuzione a domicilio della pena residua, mano più leggera sul piccolo spaccio e identificazione anticipata dei detenuti extracomunitari. Il decreto legge approvato la scorsa settimana dal consiglio dei ministri è operativo da oggi (n. 146 sulla «Gazzetta Ufficiale» n. 300 del 23 dicembre)e prova a incidere sui flussi di ingresso in carcere e su quelli in uscita. Sui primi incide, tra l’altro, la misura che abbassa da 6 a 5 anni la pena massima per le ipotesi minori di detenzione e spaccio di stupefacenti: la disposizione non impedisce comunque l’arresto e l’applicazione di misure cautelari, ma dovrebbe rendere meno facile l’ingresso in carcere con sanzioni assai elevate per effetto del bilanciamento delle circostanze. Sempre sul fronte dei condannati tossicodipendenti diventa invece più agevole la destinazione in comunità terapeutica, sempre dopo una valutazione da parte dell’autorità giudiziaria.
Il rafforzamento della liberazione anticipata ne prevede un’applicazione retroattiva, dal 1° gennaio 2010, e per il biennio 2014-2015, con un’aggiunta di 30 giorni rispetto ai 40 oggi previsti per ogni 6 mesi di detenzione. Al massimo dispiego dei suoi effetti il beneficio sarà così di 6 mesi. I detenuti la cui uscita era stabilita per aprile potranno essere scarcerati immediatamente; tra una settimana quelli di giugno e così via. Nei prossimi mesi, secondo il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, dovrebbero essere circa 1.700 i detenuti in uscita (ma i potenziali interessati sarebbero 7.000), anche se deve essere escluso qualsiasi automatismo nell’applicazione: ogni scarcerazione sarà sottoposta alla valutazione della magistratura di sorveglianza sulla quale il decreto scarica senza dubbio un carico di lavoro aggiuntivo, tanto da avere già fatto lanciare l’allarme al Consiglio superiore della magistratura che, con alcuni consiglieri, ha invocato un rafforzamento degli organici.
Sarebbero secondo le stime del ministero circa 1.200 poi gli interessati che potrebbero usufruire dell’aumento del limite di pena residua da scontare, da 3 a 4 anni, per potere accedere all’affidamento in prova ai servizi sociali. A patto che il magistrato di sorveglianza abbia dato una valutazione positiva sulla condotta dell’anno precedente.
Di notevole impatto dovrebbe poi essere anche la misura che permette di anticipare sin dal momento dell’arresto la procedura di identificazione degli stranieri per rendere più agevole l’espulsione, ampliando la platea dei potenziali destinatari della misura e attraverso un più stretto coordinamento delle attività tra organi di pubblica sicurezza e magistratura. La disposizione dovrebbe poi anche evitare un transito cospicuo, come sinora avvenuto, dal carcere ai Cie.
Infine, dopo l’istituzione del garante nazionale dei detenuti, il decreto legge rende stabile la possibilità di scontare gli ultimi 2 anni di pena agli arresti domiciliari, disposta nel recente passato dagli interventi "svuota Carceri" e ammette l’ampliamento della possibilità di utilizzo del braccialetto elettronico per la detenzione domiciliare, ma non anche per tutte le misure esterne al carcere come i permessi e la semilibertà.