AFD, Il Sole 24 Ore 24/12/2013, 24 dicembre 2013
TENSIONI SULL’INTERBANCARIO CINESE
L’iniezione di liquidità da oltre 300 miliardi di yuan (circa 50 miliardi di dollari) messa in campo dalla banca centrale cinese (Pboc) non è bastata a placare le tensioni sul mercato interbancario. Anche la giornata di ieri è stata ad altissima tensione con il tasso di rifinanziamento a una settimana balzato fino a quasi il 9 per cento. Vicino ai massimi toccati a giugno nel pieno della crisi di liquidità di questa estate. Una crisi innescata dalle restrizioni imposte dalla stessa banca centrale per porre fine all’eccesso di leva che ha alimentato in questi anni una bolla dei prezzi immobiliari ed altre distorsioni finanziarie.
Secondo diversi analisti le tensioni sul mercato interbancario sono tornate a farsi sentire in questi giorni perché la domanda di liquidità è maggiore in vista degli aggiustamenti di bilancio di fine anno. Ma questa domanda non trova adeguata offerta perché le banche stanno accantonando capitale in vista di possibili insolvenze sui crediti e non si fidano a prestarlo ad altri istituti di credito perchè hanno dubbi sulla loro tenuta. Sempre più banche stanno pianificando svalutazioni sui prestiti a rischio e questo non fa altro che alimentare la sfiducia complessiva.
Secondo alcuni analisti l’ammontare delle sofferenze reali delle banche sarebbe ben più alto di quello dichiarato. Questo perché le banche non hanno classificato come tali prestiti ad enti locali o grosse aziende statali con cui l’apertura di un contenzioso sul recupero rischia di essere un’operazione politicamente complicata. Così piuttosto che esigere la restituzione si preferisce rinnovare il prestito in attesa di tempi migliori. E così la bomba inesplosa dei crediti dubbi divenda sempre più minacciosa.
A.F.D.