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 2013  dicembre 24 Martedì calendario

TUTTE E DEBOLEZZE DEL PAESE DIETRO LA GRANDE BUFALA

Caro Direttore,
da tempo volevo inviare un sentito ringraziamento a La Stampa per avere costantemente, con fermezza ed efficacia, affrontato il «caso Stamina» nell’unico modo eticamente corretto, per quanto doloroso potesse essere per le famiglie che hanno scelto di affidarsi a pericolose illusioni.
Anche io spero che si stia arrivando all’unica conclusione possibile e auspico che l’indagine conoscitiva promossa dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato di cui faccio parte (indagine che insieme ad altri Senatori ho fortemente voluto) aiuti a capire come tutto sia potuto accadere e come poter meglio tutelare istituzioni e cittadini contro i raggiri.
Perché non sono tranquilla. Come il suo giornale ha scritto in molte occasioni, Stamina rivela la debolezza del nostro Paese.
Paese che sta dimenticando come funzionano e quali sono i compiti delle istituzioni di un sistema democratico per quel che riguarda la tutela della salute dei cittadini. Il mio timore è che dopo Stamina si ripresenti qualche nuovo caso analogo, magari un «Vannoni 2.0» e saremo da capo. Probabilmente sarà «meglio vestito», magari pure «titolato», o con staminali «meglio fabbricate» o fabbricate per essere «sicure».
Ma l’obiettivo sarà lo stesso: ipnotizzare il Paese con il culto delle «staminali che curano» – senza poterlo dimostrare – per ottenere la loro somministrazione in tutti gli ospedali d’Italia per tutte le malattie del mondo (come se potesse esistere una staminale cura-tutto). Ovviamente per fare questo dovrà trovare qualche supporto politico-istituzionale e derubricare queste cellule da «farmaco», come la legge europea oggi stabilisce, a «trapianto» come vorrebbero non pochi speculatori già attivi in Italia e che magari già lavorano anche dentro o con alcune istituzioni – altrimenti non si spiegherebbe come un problema di ordine pubblico si sia potuto trasformare in una «bufala planetaria» capace di tenere per mesi sotto scacco lo Stato, cioè come il «caso Stamina» sia potuto accadere.
Se le staminali in Italia diventeranno «trapianto», automaticamente il «prodotto cellulare-trapianto» sarebbe rimborsabile dal Servizio Sanitario Nazionale senza necessità che se ne dimostri l’efficacia in quanto un trapianto d’organo è, per definizione, efficace senza che lo si studi attraverso le complesse fasi di sperimentazione clinica richieste per farmaci e cellule manipolate. Se passasse questo concetto, noi tutti pagheremo per cellule magari «meglio fabbricate» cioè senz’altro prive di rischi da Hiv o mucca pazza, ma egualmente inutili.
Vi sono forti interessi commerciali nel mondo pronti a colmare il vuoto di speranza sfruttato e alimentato da Stamina, per quanto infondata fosse quella speranza. Proporranno le loro staminali, o quelle di loro amici. Magari verranno dall’estero, per iniettarle nell’uomo prima del tempo, prima di avere le necessarie prove, prima di qualsiasi valutazione della plausibilità biologica dei procedimenti (quello che noi chiamiamo «il razionale»), saltando la sperimentazione clinica. Fingendo di farlo per il bene del malato, o convinti di ciò, quasi in preda al delirio di poter far credere che per «arrivare prima sull’uomo» sia sufficiente saltare le fasi di studio preclinico e clinico fatte a sua tutela. E si farebbe cassa. Il conto che Michele De Luca – tra i pochi al mondo ad avere prodotto dimostrazioni di cure con staminali – ha fatto è di 4 miliardi di euro. Significherebbe la fine del Ssn, e questo per consentire di iniettare pozioni «ben confezionate» di cose inutili.
Nel mercato planetario della salute, il nostro Ssn è una preda ghiotta per molti venditori di «staminali taumaturgiche». Sono molti gli scienziati italiani a pensare che sia in atto un piano accurato che punta all’Italia. E basta una politica debole, distratta da altre emergenze, e il gioco sarà presto fatto. L’obiettivo dell’operazione Stamina, secondo molti di noi, è questo, e non è ancora stato definitivamente sventato.
Sarà importante che il suo giornale e tutti i mezzi di informazione continuino a usare i loro strumenti di investigazione, insieme alla trasparenza e correttezza delle informazioni, per far comprendere meglio all’opinione pubblica cosa è stata Stamina e cosa c’è dietro Stamina. E anche quindi quali siano le vere ragioni di chiunque, ancora oggi, si esprime a favore o anche solo in difesa di Stamina, fiancheggiando l’assurdo.
Sarà importante che il suo giornale continui nella lodevole opera fatta fino ad ora, per tutelare lo Stato, i malati, il nostro Ssn. Anche io farò la mia parte, lavorando con molti altri colleghi Scienziati e colleghi Senatori affinché si possano produrre norme più tutelanti. Ma fino a che ciò non avverrà saremo a rischio e quindi bisogna vigilare.