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 2013  dicembre 24 Martedì calendario

FOGNINI PROMETTE: «NEL 2014 AVANTI PURE GLI NEGLI SLAM»

Come regalo di Natale, Fabio Fognini, il numero 16 del mondo Atp si è regalato qualche tuffo nella sua grande passione, il calcio, dov’era una promessa. Fabio, perché a 14 anni ha preferito il tennis?
«Perché è uno sport individuale. Mi piace prendere le responsabilità e, soprattutto, nei momenti bui, uscirne io».
Il suo idolo nell’Inter era Zamorano.
«Perché lottava tanto».
Nel tennis che idolo aveva?
«Sampras, ma il suo gioco e il mio non sono molto uguali».
E oggi chi preferisce fra Federer, Nadal e Djokovic?
«Continuo a prendere Roger: a vederlo giocare è quello che, se sta in forma, vale più di tutti il prezzo del biglietto».
A cena, che gli chiederesti?
«Tutti dicevano che a 16-18 anni era una testa calda, come ha fatto il cambio?».
E che attrice inviterebbe a cena?
«Angiolina Jolie, bella, il mio ideale di donna, e non solo mio».
E al Papa che cosa domanderebbe?
«E’ molto simpatico, ma non riuscirei a parlare, sarei emozionato, teso. Sono cattolico, non praticante, ma prego, non per una partita, ma ogni sera prima di andare a dormire: me l’ha insegnato papà, non mi costa niente, è una cosa intima, mia».
Perché ha scelto coach Perlas?
«Ero a un bivio, a 24 anni, molti dicevano che dovevo già essere da 2-3 anni fra i primi 20 del mondo, come adesso. Ma un po’ per colpe proprie, un po’ perché maturi tardi, un po’ perché mi sono fatto male ... ».
Tecnicamente che cos’ha cambiato?
«Molti mi dicono che il dritto è più sicuro. Ora devo imparare a prendermi più tempo fra i punti, soprattutto al servizio.
Molti dicono il comportamento.
«Non mi accettavo, non perché sono viziato o arrogante, sapevo che potevo chiedere di più a me stesso e lo esternavo con quelle reazioni. Abitudini ed etichette da bambino fatichi a togliertele...».
Qual è stata la partita più bella del 2013?
«Con Gasquet a Montecarlo».
Che sensazioni ha provato in coppa Davis con la Croazia?
«Straordinarie, quelle che volevo, quelle che cerco, e per come sono venute... Ero stato male da mercoledì a venerdì, sabato Barazzutti mi ha messo in doppio e domenica sul 2-2 con Dodig, ha ritenuto che fosse la partita mia e c’ha azzeccato».
Ma a Cincinnati ha perso con un «15» di penalità e due doppi falli di fila.
«Venivo da un periodo molto duro, entravo nell’èlite del tennis: dopo Umago ho riposato due giorni, ho perso la coincidenza per Montreal e poi, a Cinci con Stepanek, ho fatto disastri... Meglio non giocare».
Anche a San Pietroburgo, che strano ritiro: sul 3-6 3-5!
«Mi sono ammalato il giorno prima di partire e poi sono stato peggio, l’arbitro m’era andato contro, mi sono incazzato e... alla fine volevo solo andarmene. Ho auto torto».
Come mai tanti 6-0 e 6-1, dati e presi?
«Ho sempre fatto fatica ad entrare in partita: è meglio sui 5 set, posso recuperare. Ma dopo i tre tornei di luglio sento che è cambiata».
Eppure quest’anno ha perso al primo turno in tre Slam su 4.
«E chiudo l’anno al numero 16... Perciò l’obiettivo del 2014 è giocar bene proprio Masters 1000 e Slam che danno più punti».
Quando sarà top ten?
«E’ lunga, mi manca la continuità».
A luglio ha vinto due tornei in due settimane e alla terza ha perso in finale!
«Sinceramente ancora non so spiegare che cosa m’è successo: ogni tanto mi rivedo su Youtube...Giocavo davvero bene in quel periodo».
Se oggi le offrono dei soldi per perdere un set o una partita, che fa?
«Lo denuncio subito all’Atp, come tre anni fa, mi davano 35mila euro per iscrivermi a un Challenger e perdere subito. Osceno, come il doping».
Oscene come certe sue reazioni, in campo.
«Lo so, vorrei contenermi un po’: quando sbrocco, sbrocco male»