Carlo Pelanda, Libero 22/12/2013, 22 dicembre 2013
LE 5 MOSSE ANTI-CRISI CHE CI AIUTEREBBERO
Trovo sorprendente che questo governo non abbia messo l’impresa al centro delle attenzioni politiche. In tutte le democrazie le sinistre hanno capito che per non tagliare la spesa pubblica e le garanzie, tipiche della loro offerta politica, bisognava finanziarle con soldi veri e non con debito, lasciando spazio ed ossigeno a chi la ricchezza sa crearla, cioè l’impresa.
Negli Stati Uniti (1992 - 2000) Clinton propose e portò al governo una sinistra pragmatica che prevalse su quella idealista (tassa & spendi) e che diventò non solo tutrice del libero mercato, ma mise l’impresa e la sua competitività al centro della riflessione politica. In quegli anni, nel Regno Unito, Anthony Blair fece lo stesso e perfino ne tentò una teorizzazione, così sintetizzabile: dal welfare al workfare, cioè dall’erogazione di garanzie indipendenti dal mercato alla facilitazione di opportunità di lavoro stimolando il libero mercato stesso. I socialdemocratici tedeschi, quando al governo guidati da Schroeder tra il 1998 ed il 2002, cambiarono il modello assistenzialista che stava affossando la Germania, mettendo al centro l’impresa: libertà di licenziamento, offrendo al licenziato tutela e ri-formazione con denaro pubblico, meno tasse e vincoli burocratici. In sintesi, quando la sinistra occidentale si è accorta che proponeva modelli insostenibili sul piano economico perché depressivi e che non poteva smettere di offrirli né riformarli troppo perché avrebbe perso la propria identità politica, ha scoperto che avrebbe dovuto finanziarli di più aiutando le imprese a fare più profitto (e gettito).
Tale consapevolezza pragmatica non ha toccato la sinistra italiana (e francese). Eppure sarebbe stato facile per il governo di sinistra in carica almeno avviarsi su questa strada senza violare né i vincoli europei né la sua “sinistrosità”. Per esempio: (a) abolizione della cassa integrazione e sua sostituzione con un meccanismo di salario al licenziato “alla tedesca”, usando gli stessi soldi ora spesi, ma lasciando libere le imprese di aggiustarsi e ripartire; (b) aumento sostanziale per due anni delle garanzie “confidi” per piccole imprese senza accesso al credito, usando altrimenti i soldi dispersi in centinaia di rivoli e per questo inefficaci; (c) dare ad ogni lavoratore la possibilità di ricevere un premio extra detassato calcolato come percentuale sul margine di profitto dell’azienda senza impatto sulle entrate statali; (d) ridurre le tasse sulle imprese prendendo i soldi per questo dal taglio dei trasferimenti diretti ad aziende (per altro scelte non si sa bene come); (e) censire tutti i blocchi burocratici e per ciascuno definire procedure che permettano ad un’azienda di fare quello che deve in 10 giorni, per dire, invece che in mesi. Manco questa roba di sinistra pragmatica è stata tentata. Ciò dovrebbe essere un segnale per tutti coloro che credono in una sinistra ringiovanita perché dei giovani la stanno guidando: in realtà “fuffano” e non vanno al punto come fatto dai loro colleghi in altre nazioni. Ed il punto è che si può sostenere un modello inefficiente senza cambiarlo, ma alla condizione di riuscirlo a finanziare.
Quello che non riesco a capire è come mai questa semplice verità, colta da tutte le sinistre nel mondo, non è penetrata nella testa di quella italiana, in particolare la componente che si dichiara più modernizzante e più lontana. Manca loro cultura? Si trovano a dover trattare con un Parlamento dove la maggioranza è fatta di post-comunisti e strambi? Cosa? Qualcosa di grosso deve esserci perché nemmeno da destra è arrivata almeno una proposta di rilanciare l’impresa mettendola al centro di misure stimolative. Stanno destra e sinistra facendo campagna elettorale, timorose di spaventare l’elettorato che vive di spesa pubblica (5,2milioni più famigliari)? Ma anche con questo vincolo, cioè senza tagliare spesa, si potrebbe comunque far girare di più la creazione della ricchezza, come ho sopra tentato di mostrare. Non capisco. Temo il caso peggiore: la prevalenza dell’idealismo che impedisce analisi e soluzioni realistiche.
Se così, considerando che l’idealismo è oscurantismo, nonché travestimento per ogni irresponsabilità ed egoismo, e che il realismo è luce, illuminiamoci, finalmente.
Buona luce in questo Natale, amati lettori del popolo libero e produttivo.
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