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 2013  dicembre 21 Sabato calendario

PERISCOPIO


Putin ci punta i missili da Kaliningrad, ma Obama gli manda le atlete gay. Maurizio Crippa.

Pochi anni fa buona parte dell’informazione (specie quella schierata a sinistra) venerava il «compagno Fini» come se il mero staccarsi da Berlusconi potesse conferire una patente progressista o di grande uomo di stato. Luca Ricolfi. La Stampa.

Se a Roma, in parlamento, provano a mettere in discussione l’indulto o l’amnistia, costoro non escono da camera o senato. Per noi della Lega i delinquenti debbono restare in galera. È brutto dirlo? Siamo brutti. Preferisco essere brutto e cattivo che coglione. Matteo Salvini, neosegretario della Lega. Corsera.

Putin libera il dissidente Khodorkovsky, che si è fatto dieci anni di galera. Effettivamente solo considerando le spese di vitto e alloggio, qualche milligrammo di polonio costa meno. Il Rompi-spread. MF.

Hanno più ragione i cittadini a non fidarsi dello stato che lo stato a non fidarsi dei cittadini. Angelino Alfano, presentando il libro di Vespa.

Come può un intellettuale (qualsiasi cosa questo sostantivo significhi) prendere una posizione etica e persino pratica, per esempio pro o contro l’utilizzo di un embrione, pro o contro gli ogm, pro o contro l’energia nucleare, se ignora cosa sia una cellula, un gene o un atomo? Edward Wilson, Lettera a un giovane scienziato. Cortina.

Se Berlusconi dovesse davvero uscire di scena, oggi, la sinistra italiana conserverebbe intatto il suo peccato originale: concludere questo ventennio senza una legge sul conflitto d’interessi, seria e democratica, che impedisca in futuro a qualcuno di essere nella sua stessa situazione di partenza in cui si è trovato Berlusconi nel 1994. Francesco Piccolo. Corsera.

In pensione non ci andrò mai. Rischio di essere oggetto dei politologi. Io voglio essere un oggetto politico. Clemente Mastella, Fi. Il Fatto quotidiano.

Giudicate voi gli scherzi che può combinare l’età, con l’indurimento delle arterie e la confusione della memoria. Oggi, dunque, leggo questo: che è stato assolto, perché il fatto non sussiste, il dottor Vittorio Pisani già della questura di Napoli. Ricordavo che il dottor Pisani venne coperto di fango, di insinuazioni e di accuse formali dalla procura napoletana, dopo che concesse un’intervista dove spiegava perché, secondo lui, non esistevano le condizioni per dotare di scorta Roberto Saviano. Erano di colpo spuntate contro Pisani accuse di riciclaggio, di contiguità con i mascalzoni, di doppi giochi e altro. La stampa ci andò a nozze. Ma era falso, il fatto non sussisteva. Ma altresì leggo che la pubblica accusa, scornacchiata dalla sentenza, viene oggi indicata coi nomi dei pm Enrica Perascadolo e Sergio Amato. Rincoglionito che sono: io ricordavo quelli di Giuseppe D’Avanzo e di Ezio Mauro. Andrea Marcenaro. Il Foglio.

La battuta più esilarante della settimana è quella che il povero Letta ha detto, per comprensibile esorcismo, ma che i media e la sinistra hanno ripetuto come un mantra: ora il governo è più forte. Ci vuole un eroico sprezzo del ridicolo a dirlo, col paese per 3/4 all’opposizione, con Renzi, Grillo e Berlusconi, cioè i leader più popolari che, in modi diversi, puntano a far cadere il governo. E con tutti i leader della politica italiana, ad eccezione di un paio, fuori dal parlamento: oltre ai tre sullodati ex parlamentari, sono fuori dal parlamento anche Maroni e Vendola, oltre a leader ormai impopolari come Di Pietro, Fini, Prodi, D’Alema, Veltroni. Marcello Veneziani. Il Giornale.

Nel nome del bene comune (che è un’astrazione ideologica) la nostra cultura politica egemone, collettivista, statalista, dirigista, continua a ignorare che lo stato, la collettività non pensano e non operano in proprio. Piero Ostellino. Corsera.

Una volta si pensava che, per cambiare, servisse Marx; poi si è visto che Rubik era più confacente ai tempi. I tempi, infatti, visto il tipo di paese in cui viviamo, sono diventati biblici. Il cubo di Rubik, brevettato a suo tempo da Tomasi di Lampedusa, esprime appieno il nostro spirito nazionale. Passa di mano in mano e, benché tutti ci provino, nessuno ci riesce. Massimo Bucchi. il venerdì.

Anche la Lega vuole le macroregioni. Ma con un fine differente. Vogliono lo stato federale. E le macroregioni, per loro, sono un passo verso quella direzione. Mentre noi diciamo: creiamo delle macro-aree dove sia più facile la pianificazione e la programmazione territoriale. Stefano Caldoro, presidente della regione Campania, Fi. Il Giornale.

Da una esposizione a Parigi e a New York i Bronzi di Riace potrebbero tornare a casa con 20 milioni di euro, senza il minimo danno, ripagandosi anche il costosissimo museo che oggi li accoglie a Reggio Calabria. E perché nessuno si è preoccupato, fra le anime belle che si agitano per la salute dei Bronzi, per il viaggio in California del più fragile, e altrettanto bello, Efebo di Mozia? Forse perché la Sicilia non è in Italia. Vittorio Sgarbi. Il Giornale.

A Bologna, dopo la chiusura dei negozi, tutti i giovani si buttano al bar del centro e fanno l’aperitivo. Come facevano i loro nonni. Solo che i loro nonni, tra un prosecco e un analcolico, parlavano di politica, di calcio, di donne, del Giro d’Italia e dei pettegolezzi locali. Oggi, invece, questi trentenni parlano soprattutto al telefonino e di telefonini. Infatti stanno tutti fuori dai bar come accade a Londra nei pub, ma non parlano tra di loro. Stanno incollati al telefonino a parlare con un amico che, a sua volta, probabilmente, sta in un altro bar. E quando, raramente, questi giovani scollano l’orecchio dal telefonino e parlano tra di loro, l’argomento principale è sempre il cellulare: «Il mio è a tre bande. Il mio fa le foto. Il mio è extrapiatto». Roba da far accapponare la pelle. L’happy hour è il concentrato demenziale di una generazione che stenta a trovare motivazioni e valori. Enrico Vanzina, Commedia all’italiana. Newton Compton.

Tragedia in una battuta. Un vulcano e una montagna. Il vulcano erutta. La montagna: «Maleducato!». Achille Campanile.

La psicanalisi è una pseudo-scienza inventata da un ebreo per convincere i protestanti a comportarsi come i cattolici. Ennio Flaiano.

Gli altri mi interessano solo se si interessano di me. Roberto Gervaso. il Messaggero.