Paolo Boccacci, Roma, la Repubblica 21/12/2013, 21 dicembre 2013
LANZILLOTTA: “VECCHI CARROZZONI PER MANTENERE LE CLIENTELE”
[Linda Lanzillotta]
SENATRICE Lanzillotta, Pd e Sel l’accusano di aver cercato di privatizzare l’acqua pubblica di Roma.
«Affermazioni prive di fondamento, ideologiche, fatte per disinformare».
Che cosa prevedeva il suo emendamento?
«Di attuare in 3 anni un piano di dismissione di quote di Acea, fermo restando il controllo pubblico della società. È come se si dicesse che Eni, Enel e Finmeccanica non sono dello Stato».
Ma se la quota pubblica scende sotto al 50% i soci privati non sono in maggioranza?
«Questi rapporti si regolano con lo statuto in tutte le spa del mondo, con limiti al possesso di azioni di privati e maggioranze qualificate che diano un potere di blocco sulle delibere strategiche».
L’accusano anche di un ricatto: bocciata sull’Acea, ha fatto bloccare l’Irpef.
«Accusa inaudita. All’autonomia che rivendica il Comune deve corrispondere la responsabilità sui problemi finanziari, drammatici, del bilancio capitolino. Se gli amministratori, per continuare a controllare nomine e appalti di Acea e delle ex municipalizzate, non accettano di fare la loro parte, non è possibile continuare a chiedere ai romani, che già hanno l’Irpef più alta d’Italia, di pagare altre tasse».
Ma l’ingresso di privati nelle ex municipalizzate non mette a rischio molti posti di lavoro?
«Se le aziende sono efficienti, il rischio non esiste. Se invece si vogliono fare pagare con più tasse e più tariffe gli stipendi di centinaia di assunzioni clientelari, non è questo il modo di fare occupazione né buona amministrazione».
Non è strana la maggioranza Scelta Civica, Ncd, Fi e M5S che ha votato l’emendamento sulle tasse?
«Penso che il Pd, che ha votato contro, creda che sia meglio far pagare più tasse ai romani che non perdere il controllo politico di queste aziende».