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 2013  dicembre 22 Domenica calendario

BERLUSCONI, IL DEBUTTO IN CAMPO FU CON L’EDILNORD

Esattamente cinquant’anni fa, era il 1963, il giovane Silvio Berlusconi - allora 27enne e con in testa tante idee e molti più capelli, suoi - scendeva per la prima volta in campo. Non era ancora la metafora del suo futuro impegno po­­litico, ma solo il primo approccio sportivo, in quan­to fondatore e patron della formazione calcistica E­dilnord.
Una squadra nata a Milano, zona Certosa, in pieno clima oratoriale, nel centro del Torrescalla. Qui nac­que l’Edilnord e il genio della pub­blicità Berlusconi portò le maglie sponsorizzate ai suoi ragazzi, cate­goria Allievi, che si davano appunta­mento al campo di via Pavesi. La for­mazione agli inizi non la faceva “il Silvio”, ma il suo amico e sodale Mar­cello Dell’Utri. Il futuro senatore, al­lora laureando in Giurisprudenza, oltre a collezionare libri rari, aveva anche preso un patentino a Cover­ciano per poter guidare squadre di settore giovani­le. Tutto il resto, compreso portare i palloni al cam­po, era compito di patron Silvio che per il mercato non si affidava ancora alla mente sapienziale del­l’antennista Adriano Galliani, ma preferiva gestire tutto in prima persona. Il modello da seguire non e­ra certo il Milan, bensì l’Inter. La conferma arriva da Sandro Mazzola che fece da intermediario per l’ac­quisto ai tempi in cui la proprietà era di Ivanoe Fraiz­zoli: «Berlusconi voleva comprare l’Inter e a volte mi sono chiesto: che cosa sarebbe stato del Milan se ci fosse riuscito?». Lo ignoriamo anche noi, mentre sappiamo che in quei primi anni ’60, oltre all’edili­zia, nella mente e nel cuore di quello che poi sareb­be diventato sua Emittenza e Premier di questa no­stra Repubblica fondata sul pallone, c’era solo l’E­dilnord. Nel triennio d’oro 1963-’66 la creatura ber­lusconiana vinse i campionati con le formazioni Al­lievi Juniores e con la prima squadra passò dalla Ter­za alla Seconda categoria. Formazione questa mol­to offensiva, “protosacchiana”, padrona del campo e del gioco con là davanti tre punte, una delle quali era il fratello di Silvio, Paolo Berlusconi. E Silvio in campo? Mai pervenuto, neppure nelle memorie dei reduci più compiacenti. Mentre si ricordano bene di mister Dell’Utri e poi quando questi abbandonò per impegni romani, lo sostituì il suo vice che si stenta a crederlo, ma era niente meno che il giovane Vitto­rio Zucconi, futuro inviato del quotidiano “La Re­pubblica”, il giornale promotore delle ferali “dieci do­mande” al Premier. Ma anche Zucconi a un certo punto tra la panchina e il giornali­smo, scelse la seconda via, quella più sicura e che garantiva la pagnotta. Ai calciatori dell’Edilnord infatti il Pa­tron passava tute, maglie e scarpe in quantità industriale, ma quanto a guadagni, nisba.
I premi partita al massimo venivano liquidati in biglietti gratis al cinema Manzoni più la pizza con la squadra nei locali vicino a via Turati. Lì dove Berlusconi avrebbe poi istallato per 28 anni il quar­tier generale del club più titolato del mondo, il Mi­lan. Quel Milan in cui sognava di approdare il mi­glior talento dell’Edilnord, il biondo fantasista brian­zolo Radice che Silvio in persona convinse, assieme ai suoi genitori, a non entrare nelle giovanili rosso­nere, invitandolo invece a seguire la stella luminosa dell’Edilnord. Ma la cometa si spense presto e Radi­ce rimase senza squadra e con il rimpianto di non aver scelto quel Milan che un giorno, ironia della sorte, avrebbe acquistato il suo Presidente.