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 2013  dicembre 23 Lunedì calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 109

(Massimo Arcidiacono - Maurizio Nicita «Papaveri e Papere») –

(vedi anche biblioteca in scheda 2259094
e database libro in scheda 2257823)

Palloni e papere fra gol e autogol

Silvio Berlusconi acquista il Milan alle 12 del 20 febbraio 1986, rilevandolo da Giussy Farina (fuggito in Sudafrica per evitare l’arresto, accusato di falso in bilancio). A luglio 1986, col Milan appena acquistato, Berlusconi ordina che i calciatori arrivino a bordo di tre elicotteri, sottofondo musicale la Cavalcata delle Valchirie. Cesare Cadeo, allora dirigente rossonero: «Alla richiesta successiva, però, non sappiamo che fare. Ci dice che vuole cambiare le maglie della partita e che dovranno essere rinforzate come quelle del football americano: «Cribbio, così i giocatori sembreranno più grossi e faranno più paura. Quando gli spieghiamo che è vietato dal regolamento rinuncia all’idea».

Colori Cellino, padrone del Cagliari, pretese di giocare con il pallone bianco-rosso invece che con quello giallo-viola, costrinse Massimiliano Allegri, allora suo allenatore, a cambiare prima colore della tuta e poi casa, convinto che portasse male alla squadra. Nel 2011 chiese ai tifosi che andassero allo stadio vestiti di viola, perché il Cagliari avrebbe giocato con il Novara il giorno 17 e «due sfortune si elidono e fanno fortuna» (obbedirono in duemila e la squadra vinse). Ha fatto cancellare dalla tribuna il posto 17, sostituito dal 16 bis. È convinto che mangiare panini con la mortadella durante la partita porti fortuna.

Presidenti Lotito, proprietario della Lazio, diventato personaggio grazie al suo lessico abilmente modulato fra latinismi, citazioni letterarie e detti romaneschi. Popolarità raggiunta anche grazie all’imitazione che ne ha fatto Max Giusti, apprezzata dallo stesso Lotito che a volte chiamava Giusti per suggerire degli spunti: «Guarda la mia intervista in tv: c’è materiale per te»; «Credo di essere uno degli uomini più intelligenti d’Italia» (Enrico Preziosi, patron del Genoa); «Senza presunzione, non credo che ci sia nessuno che abbia la mia competenza» (Adriano Galliani, ad del Milan); «Quando stringo la mano a un milanista, poi me la lavo. Quando stringo la mano a uno juventino, conto le dita» (Peppino Prisco, presidente dell’Inter).

Da bambino Berlusconi giocava ai Salesiani di via Copernico, a Milano. «Attaccante inguardabile» lo ricorda il giornalista Massimo Fini, suo compagno di oratorio. A 27 anni è presidente della Torrescalla, residenza per studenti della fondazione Rui. Poi cambierà nome in Edilnord. Primo allenatore Marcello Dell’Utri, poi sostituito da Vittorio Zucconi, ora firma di Repubblica. «Non mi ha mai pagato», ha poi sostenuto Zucconi. «Non vinceva. Quando lasciò, il posto in panchina lo presi io, e iniziammo a vincere», la versione di Berlusconi. «Se Berlusconi avesse il mare sarebbe un piccolo Cellino» (Cellino). «T’ho portato a Roma, è stupenda, e vuoi pure lo stipendio?» (Lotito al difensore argentino Lequi appena ingaggiato).

Francesco Storace ha messo in dubbio la fede laziale di Lotito: «L’ho conosciuto allo stadio, in tribuna vip, durante le partite della Roma, prima che prendesse la Lazio. Esultava, esultava quando mi vedeva. M’ha fatto fesso».

Anche Berlusconi pare fosse interista. Sandro Mazzola: «Non ricordo la data precisa, ma confermo che nel 1980 durante la riunione per il Mundialito, Berlusconi mi domandò: “Scusi, Mazzola, può chiedere a Fraizzoli se è disposto a vendermi l’Inter?”». Berlusconi ha sempre smentito.

Ha raccontato Matteo Renzi dopo l’incontro con Berlusconi ad Arcore: «Si parlava di calcio e si lamentava del possesso palla del Milan. Io gli ho detto: “Ma lo lasci lavorare, Allegri, non è neanche comunista!”. E lui: “Comunista? Peggio che comunista: è livornese. Li-vor-ne-se”».

«Giochiamo in Provenza… In Provenza di cosa?» (Edmeo Lugaresi, presidente del Cesena).

Lo storico allenatore del Genoa Franco Scoglio, morto il 3 ottobre 2005 d’infarto nello studio di un’emittente televisiva privata mentre litigava al telefono con Enrico Preziosi proprietario del Genoa.

Ancora presidenti Massimo Cellino, presidente del Cagliari Calcio, fama, meritatissima, di mangia allenatori. Peggio di lui solo Maurizio Zamparini a Palermo. «Gli allenatori sono come le angurie. Finché non le apri non puoi sapere quello che c’è dentro»; «Io non sono tecnologico, vede. Ammetto la mia ignoranza. Io sono amanuense» (Lotito); «Sogno di vincere con un gol a tempo scaduto, in fuorigioco e di mano» (Peppino Prisco); «Nella vita c’è chi può e chi non può. Io può» (Angelo Massimino, presidente del Catania); «Il pallone è per tutti. Il calcio è per pochi» (Lotito).

Notizie tratte da: Massimo Arcidiacono - Maurizio Nicita «Papaveri e Papere», edizioni Imprimatur, € 14,50