Gabriella Mancini, La Gazzetta dello Sport 22/12/2013, 22 dicembre 2013
BOLLE TRA SOGNI E SFIDE
La danza debutta in prima serata grazie a Roberto Bolle, una star internazionale. Dopo la puntata su Mina, giovedì tornerà Unici (Rai 2) con lo speciale Roberto Bolle–L’étoile dei due mondi, la sua storia attraverso le testimonianze di vari personaggi, da Fiorello a Fabio Capello. Fisico apollineo, occhi chiari e gioiosi, Bolle è piacevolmente incuriosito da questa nuova esperienza. «Io in mezzo ai miti pop, bella sfida, vuol dire che ho fatto tanto per la danza» .
Un ritratto anche attraverso New York e la Scala.
«New York è la mia seconda casa, mi dà energia e libertà. Dopo lo spettacolo, in camerino mi sono ritrovato Capello, una sorpresa. È rimasto affascinato dalla danza, dalle vibrazioni dei muscoli. Siamo atleti anche noi e cerchiamo di andare oltre i nostri limiti».
C’è anche una testimonianza di sua madre.
«Ho dovuto insistere, la mia famiglia è molto riservata. Mia mamma non è certo il tipo che dice mio figlio di qua e di là, ma questa volta ci tenevo e il ritratto è completo ».
Che cosa le hanno insegnato i suoi genitori?
«Valori sacri. Fondamentali. Mio padre aveva una carrozzeria a Trino, mia madre l’aiutava. Mi hanno insegnato a lavorare e a sacrificarmi» .
Quando è nata la sua passione per la danza?
«A scuola una ragazzina mi fece vedere dei passi e mi resi conto che volevo danzare. La fortuna è stata che mia madre mi assecondò. Avevo 11 anni. Non finirò mai di ringraziarla» .
E così si è ritrovato a Milano, solo. Che cos’è per lei la solitudine?
«Allora ero anche molto timido, ma a forza di stare al centro della scena sono migliorato. Da solo sto bene, spesso la cerco la solitudine, mi rigenera. Vado su Internet, twitto, sono anche su Instagram. È divertente».
Come convive con la sua bellezza?
«La bellezza esteriore cambia. Noi che stiamo sempre davanti allo specchio a provare cerchiamo la perfezione e perdiamo l’immagine estetica. Io la bellezza la sento nell’energia, nel carisma in scena, nel particolare che attira» .
Un’autodisciplina ferrea. Che cosa si concede a tavola?
«Adoro il cioccolato fondente».
Un desiderio?
«Vorrei fare l’attore. In quale ruolo? Accorsi mi dice che non posso fare il buono, ho la faccia troppo angelica (ride, ndr) vorrei una parte da cattivo!» .