Andrea Biondi, Il Sole 24 Ore 20/12/2013, 20 dicembre 2013
FELTRINELLI REINVENTA FELTRINELLI
Sorride Carlo Feltrinelli alla domanda se il padre Giangiacomo avrebbe approvato il new deal dell’azienda: riorganizzazione della governance e – in generale, ma questa è una tendenza che va avanti da tempo – direttrice di sviluppo legata alla multicanalità e alla diversificazione. «Non so. La verità è che noi puntiamo a rimanere a lungo protagonisti sulla scena editoriale italiana».
Classe 1962, due figli (sul punto è rigorosissimo: «Dei figli non si parla»), Carlo Feltrinelli non è certo animale da interviste. Ma quello di ieri è un passaggio non banale per la casa editrice nata nel 1954 e fondata da Giangiacomo, personaggio fuori dagli schemi: terzomondista, comunista, che non ha mai nascosto le sue idee. La famiglia assume ora l’incarico operativo più rilevante, con Carlo nuovo ceo del gruppo, oltre che presidente (era ceo dell’editore e presidente della holding). In secondo luogo, da realtà di controllo finanziario la holding del gruppo diventerà il centro decisionale strategico e operativo con la costituzione di due direzioni generali: una operativa affidata all’ex ceo di Librerie Feltrinelli, Stefano Sardo, che governerà tutti i business (dall’editoria, alle librerie, alla tv, all’alimentare) e una corporate, affidata all’ex direttore generale della holding Roberto Rivellino, che seguirà le strategie e i servizi per tutti i business. In più Dario Giambelli, ex ceo della holding, seguirà il progetto speciale, e strategico per il gruppo, legato all’immobiliare conservando il ruolo di ceo della società immobiliare, Finaval, che porterà avanti il progetto della nuova sede nella zona di Porta Volta a Milano, disegnata dello studio di architettura Herzog&De Meuron.
«Stiamo parlando di un’opera – spiega Carlo Feltrinelli – che caratterizzerà Milano dal punto di vista urbanistico e culturale. Sarà un centro scientifico e culturale». Nella nuova sede confluirà tutto, anche la Fondazione, attiva nelle scienze sociali, con il suo patrimonio di un milione e mezzo di carte d’archivio, 280mila volumi e che tra le sue ricchezze annovera la più grande collezione di documenti originali sulla Comune di Parigi, dopo quella della Biblioteca nazionale di Francia, piuttosto che prime edizioni di Montesquieu e Marx.
«Cambiare il mondo con i libri, combattere le ingiustizie con i libri» è la frase detta (o attribuita) a Giangiacomo Feltrinelli fondatore di questa casa editrice che in pochi anni riuscì a metter a segno colpi eccezionali: Dottor Živago alla fine del 1957 e Il Gattopardo nel 1958. Non che ora le soddisfazioni manchino: le 500mila copie vendute nel 2013 dal libro di Roberto Saviano, "ZeroZeroZero", piuttosto che "Gli sdraiati" di Michele Serra: 250mila copie in due mesi e sette ristampe.
Ma il mercato dei libri non gode propriamente di ottima salute. Un dati su tutti: -4,7% di vendite nel periodo gennaio-novembre, secondo Gfk. Crisi di mercato che non lascia indenne il Gruppo alle prese con un accordo con i sindacati per un contratto di solidarietà a 1.370 dipendenti delle librerie. Nel 2012 sono stati realizzati ricavi consolidati per 448,5 milioni di euro, in calo dell’1,3% su base annua, con business in calo anche per il 2013 (a 434 milioni). Anche il risultato netto di fine 2012 non ha sorriso, con un rosso di 6,7 milioni.
All’interno c’è l’attività dell’editrice, delle librerie (125 punti vendita di cui 108 diretti e 17 in franchising) ma anche altro: l’Antica Focacceria di San Francesco, piuttosto che l’emittente La Effe. «La televisione nasce con l’idea di provare a sviluppare un canale di qualità, affine al nostro brand e con approfondimenti culturali di qualità». Il gruppo ha da poco rilevato il 30% in mano a La 7 («Cairo aveva altre priorità, ma non ci sono problemi»), Per il futuro intanto non disdegna la possibilità di unirsi ad altri partner. Nella Tv come nell’intero gruppo: «Vedremo – replica Feltrinelli – ma intanto siamo focalizzati sul cercare di dare un futuro a questo gruppo». Che ha acquisito negli anni: il 20% di Donzelli e una quota del 10% di Editorial Anagrama, uno dei più importanti editori indipendenti spagnoli. In Spagna il Gruppo è inoltre presente con una quota del 16% in La Central, catena di librerie di Barcellona.
Tutto però risponde e deve rispondere a una logica unificante: «Anche con la riorganizzazione di oggi vogliamo muoverci sulla strada della multimedialità. Creare insomma una filiera editoriale che coinvolga tutta la community Feltrinelli. Che è importante. Parliamo di quasi 6 milioni di clienti, ma 46 milioni di passaggi». In tutto questo le librerie avranno un’importanza centrale «perché ancora oggi, nell’epoca del web, sono comunque luoghi con un peso specifico elevato nel tessuto urbano. Devono però cambiare, evolversi». L’integrazione sarà così la parola d’ordine. In cui prodotti multimediali, ma anche l’emittente tv di proprietà (in onda sul canale 50 del digitale terrestre), è previsto che debbano seguire un percorso comune. Per cercare nuove forme di business e nuove opportunità da lasciare agli investitori pubblicitari in primis. «Organizziamo 4mila eventi l’anno in tutte le librerie d’Italia» spiega Carlo. Multimedialità, integrazione e internazionalizzazione («magari esploreremo opportunità in America Latina») ricorrono di continuo nel discorso di Carlo, figlio di Giangiacomo e Inge Feltrinelli, una vita spesa «a fare libri». Anche nel terzo millennio.
@An_Bion