il Giornale 20/12/2013, 20 dicembre 2013
LA SPERANZA DELL’UOMO È NELLE MOSCHE
Si può vincere un Nobel per la medicina per aver compreso il sistema immunitario delle mosche, senza aver mai sfiorato un paziente. E si può anche ricevere una laurea ad honorem, sempre in medicina, con l’umiltà di chi non si sogna neppure di rivendicare l’importanza delle proprie scoperte. Sorride il biologo francese Jules Hoffmann, Nobel per la Medicina nel 2011, quando il professor Leonardo Punzi - responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Reumatologia dell’Ospedale di Padova - gli chiede se intenda esercitare la professione alla quale lo abilita il titolo accademico appena ricevuto. La cerimonia si è svolta nell’Aula Magna di Palazzo del Bo, sede storica dell’Ateneo padovano: Hoffmann è un biologo, eppure sarà probabilmente ricordato come un rivoluzionario delle scienze mediche: ha scoperto, studiando il moscerino della frutta con la lente della genetica, come funziona il sistema immunitario umano. Prima di lui gli immunologi si erano concentrati sui meccanismi di riconoscimento di batteri e virus che innescano la risposta immunitaria adattativa, quella che i vertebrati hanno sviluppato, nella loro evoluzione, solo 450 milioni di anni fa. Hoffmann e l’americano Beutler hanno avuto l’intuizione di concentrarsi sui moscerini della frutta, che possiedono meccanismi di difesa meno sofisticati, e dunque sull’immunità innata.
Mettendo a sistema queste conoscenze con la genetica moderna, sarà possibile sviluppare terapie capaci di sanare i punti di debolezza di ogni sistema immunitario. Insomma, vaccini contro tutti i mali possibili, incluso il cancro.
Sono scenari futuri ma concreti. Alcuni farmaci si basano già su questi principi:quelli contro l’artrite reumatoide, la gotta, il lupus eritematoso, le spondiloartriti (artrite psoriasica e spondilite anchilosante) e l’osteoartrosi. Di qui il legame fra il Nobel Hoffmann e il professor Punzi, reumatologo, che ha proposto alla sua Università di assegnare al biologo francese la laurea ad honorem in medicina e ha fatto in modo che la cerimonia si svolgesse in apertura dell’importante convegno annuale dedicato alle malattie autoinfiammatorie. Come dire che Padova è un punto di riferimento a livello mondiale nello studio di queste patologie, e la speranza di trovare una cura è solo la seconda delle buone notizie: la prima è che l’Italia esprime ancora poli d’eccellenza, fatti di ricerca d’avanguardia - come nel reparto di Reumatologia guidato da Punzi - ma anche di osmosi col territorio. Nel campo delle malattie a carico dell’apparato locomotore, comprese quelle di origine infiammatoria, per le quali è leader mondiale nella terapia con prodotti a base di acido ialuronico, la Fidia Farmaceutici di Abano Terme è una delle poche aziende italiane che si sta espandendo in tutto il mondo e partecipa attivamente agli sforzi scientifici dell’università. Al servizio della vita, come ha ricordato anche Hoffmann con la tipica modestia dei grandi: «Io sono un piccolo santo all’interno di una grande chiesa».