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 2013  dicembre 20 Venerdì calendario

LE DIVISE FATTE IN CINA FANNO SCHIFO


Forse i carcerati non avranno notato la differenza, ma le divise in dotazione al corpo della Polizia penitenziaria sono «made in China». Acquistate dal ministero della Giustizia a 183 euro l’una, risulterebbero in vendita tali e quali sul sito internet Alibaba.com a circa 35 euro. Sembrerebbe un vero affare per Confezioni Kety srl, ditta specializzata nel confezionamento di abiti da sposa, che ha fatto un salto di qualità aggiudicandosi due appalti, per un totale di 11.270.000 euro, per fornire 58 mila uniformi al corpo. Da una segnalazione arrivata al Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), risulterebbe infatti che le nuove divise indossate agli agenti sono state fabbricate in Cina e comprate su internet attraverso il portale Alibaba.com, specializzato nel confezionamento di uniformi di ogni tipo: da quelle dei reparti militari, a quelle del personale medico.
Ma facciamo un passo indietro. Il 20 febbraio 2010 sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea è stato pubblicato un bando di gara del ministero della Giustizia finalizzato all’acquisto di 28 mila uniformi estive, complete di berretto, da destinare al personale maschile e femminile del corpo di Polizia penitenziaria. L’appalto prevedeva una procedura ristretta: sono state 7 le imprese invitate a partecipare. Ciascuna ditta ha dovuto presentare «una campionatura di tre manufatti da sottoporre, in fase di valutazione, a specifici controllo di qualità indicati nel capitolato d’oneri». L’aggiudicazione sarebbe stata conferita all’impresa con l’offerta economicamente più vantaggiosa, considerando che il prezzo medio unitario delle uniformi non poteva superare l’importo di 190 euro più Iva. Nel bando, inoltre, era inserita l’opzione di acquisto di altre 28 mila divise entro 24 mesi. A vincere la gara il primo luglio 2010, per un importo complessivo di 5.720.000 euro, è stata appunto Confezioni Kety srl, con sede a Foiano della Chiana, in provincia di Arezzo. E l’anno dopo, il 17 novembre 2011, la stessa ditta (senza partecipare a una nuova gara) si è aggiudicata un altro appalto da 5.550.000 euro per la fornitura di 30 mila uniformi invernali per il personale della Polizia penitenziaria.
È successo però che, nel giro di pochi mesi, centinaia di capi siano stati mandati in riparazione perché difettati. Le imprese che hanno eseguito l’intervento si sarebbero accorte che le divise erano «made in China» ed erano state assemblate senza rispettare gli standard qualitativi previsti nei capitolati di gara. Da voci interne al mondo imprenditoriale sembrerebbe che Confezioni Kety si sia approvvigionata delle uniformi dai cinesi di Alibabà. Su internet un cappello identico a quello in dotazione agli agenti penitenziari, costato allo Stato 40 euro, viene messo in vendita a 9 dollari, acquistandone mille pezzi.
Valeria Di Corrado