Gianni Dragoni, IL 19/12/2013, 19 dicembre 2013
POTERI DEBOLI DEPOSITI E PRESTITI. E CAPITALI TROPPO SCARSI
POTERI DEBOLI DEPOSITI E PRESTITI. E CAPITALI TROPPO SCARSI –
Resa dei conti per la Cassa depositi e prestiti. La società controllata dal ministero dell’Economia che amministra le risorse del risparmio postale (cioè il debito postale verso gli italiani) ha bisogno di un aumento di capitale. La rivelazione è stata fatta dal presidente del Consiglio, Enrico Letta, quando poche settimane fa ha annunciato il suo piano di privatizzazioni. «Dovrebbero entrare tra i 10 e i 12 miliardi di euro, di cui la metà vanno a riduzione del debito nel 2014 e l’altra parte a ricapitalizzazione della Cdp». Sorprende che abbia bisogno di soldi una società in apparenza ricca, che distribuisce dividendi agli azionisti, un miliardo solo dal bilancio del 2012. Che succede? A forza di travasare pacchetti azionari di società pubbliche dal ministero dell’Economia alla Cdp, un trucchetto contabile che i governi (a partire da Berlusconi e Tremonti passando per Monti e Grilli fino a Letta e Saccomanni) hanno usato per nascondere un po’ di debito pubblico dentro la Cassa, approfittando del fatto che Eurostat non include questo gruppo nella pubblica amministrazione, la Cdp si ritrova con un capitale troppo basso. Al 30 giugno 2013 aveva un patrimonio netto di 17,75 miliardi, poco più della metà delle partecipazioni iscritte in bilancio (33 miliardi). Al termine di un’ispezione riservata, la Banca d’Italia ha fatto notare che c’è uno squilibrio patrimoniale nella Cdp. Il gruppo ha comprato anche quote di minoranza di società private, dai supermercati Iper e Unes di Marco Brunelli alla Sia dalle banche, fino alla moda (è previsto l’ingresso nel gruppo Versace). La Banca d’Italia ha presentato i conto di questo bancomat usato con disinvoltura. E qualche domanda andrebbe rivolta anche a chi guida la Cdp, a partire dall’ad Giovanni Gorno Tempini, con un compenso d 1,035 milioni lordi nel 2012.