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 2013  dicembre 19 Giovedì calendario

ROMA - "Il carcere è una macchina costosa che alimenta se stessa, crea la propria domanda e resta indifferente al proprio fallimento"

ROMA - "Il carcere è una macchina costosa che alimenta se stessa, crea la propria domanda e resta indifferente al proprio fallimento". Una prova? Dei 66.028 detenuti presenti al 30 giugno 2013, solo 28.341 (il 42,9%) erano alla prima carcerazione. Il restante 57% tornava in prigione dopo esserci già stato. A fotografare la vita dietro le sbarre è l’Associazione Antigone col suo X rapporto sulle condizioni di detenzione in Italia. Qualche numero: al 30 novembre di quest’anno erano presenti 64.047 detenuti per una capienza regolamentare di 47.649 posti. Ascolta l’audio di Radio Jailhouse Rock Il sovraffollamento. Da tempo Antigone sostiene che il numero effettivo dei posti disponibili sia decisamente inferiore alla capienza dichiarata e intorno ai 37mila. Un dato ora confermato dallo stesso ministro Annamaria Cancellieri: "Questa storia del numero dei posti letto in carcere è tutta vera, avete ragione voi. Sono effettivamente meno". Il dato del sovraffollamento è del 134,4%, ovvero in 100 posti sarebbero detenute più di 134 persone. È uno dei valori più alti in Europa, ma se si fa riferimento alla capienza effettiva stimata da Antigone, questa percentuale schizza a oltre il 173%. Le regioni più sovraffollate? Liguria (169,9%), Puglia (158,1%), Emilia Romagna (155,9%) e Veneto (153,4%). La custodia cautelare. Le persone in custodia cautelare sono 23.923, il 37,4% della popolazione detenuta, un numero senza confronti in Europa. La situazione è ancora più abnorme in alcune regioni come Campania (49,6%), Calabria (49,5%), Liguria (43,1%), Lazio (41,7%) e Puglia (41,5%). Se si guarda ai soli detenuti stranieri (ben 22.434), sono in custodia cautelare addirittura il 43,2%. Record europeo. Da qualche anno Antigone coordina lo European Prison Observatory, un progetto di ricerca che coinvolge attualmente 8 Paesi: Francia, Grecia, Italia, Lettonia, Polonia, Portogallo, Regno Unito e Spagna. Ebbene tra questi, l’Italia presenta la percentuale più alta di persone in custodia cautelare e il più alto tasso di affollamento delle carceri. Carcere e droga. Al 31 dicembre 2012, ultimo dato disponibile, la percentuale di tossicodipendenti nelle carceri italiane era del 23,8%, del 20,70% tra i soli detenuti stranieri. Ancora più allarmante il numero di persone detenute per violazione della legge sulle droghe. In particolare i detenuti per violazione del solo art. 73 del Testo Unico sugli stupefacenti sono il 38,4% del totale nazionale, il 47% dei detenuti stranieri. Volontari e mediatori. Il volontariato penitenziario italiano continua a essere una anomalia positiva: secondo i dati del Dap nel 2012 sono stati 12.098. I mediatori culturali, al contrario, sono pochissimi: nel 2012 sono stati 261 su 23.492 detenuti stranieri (ossia uno ogni cento detenuti stranieri). Inoltre lavorano sottopagati per poche ore a settimana e non full-time. Bambini dietro le sbarre. Al 30 giugno 2013, nei 16 asili nido penitenziari esistenti in Italia erano detenute 51 madri con 52 bambini: la gran parte, ben 20, solo a Roma. Gli agenti. Nel 2003 il personale di polizia penitenziaria era composto da 45.899 unità, nel 2011 da 40.865. "Oggi la carenza di personale di polizia è una delle criticità del sistema penitenziario più denunciate - sostiene Antigone - ma si dimentica come, in rapporto al numero di detenuti, l’Italia sia tra i Paesi con più polizia penitenziaria in Europa. I dati forniti dalle ultime statistiche del Consiglio d’Europa ci dicono che in Italia, a settembre 2011, c’era un poliziotto penitenziario ogni 1,9 detenuti. In Francia i detenuti per poliziotto erano 2,6, in Germania 2,7, in Spagna 3,9 e in Inghilterra e Galles 2,8". I morti in cella. Nel corso del 2013, i detenuti morti in carcere sono stati 99, l’ultimo lo scorso 13 dicembre a Bergamo per infarto. Tra le cause, 24 decessi per malattia, 47 per suicidio e 28 per cause ancora da accertare. Dei 47 suicidi, 24 erano italiani, 23 cittadini stranieri. Il primato delle morti spetta a Roma Rebibbia con 11 decessi (di cui 2 per suicidio, 3 per malattia e gli altri ancora da accertare), seguito da Napoli, dove a Poggioreale sono morti fino a oggi 6 detenuti. Il detenuto morto più giovane aveva 21 anni, era marocchino e si è impiccato il giorno dopo Ferragosto nella casa circondariale di Padova. Il detenuto deceduto più anziano aveva 82 anni, è morto a seguito di un malore e stava scontando la sua pena nella casa di reclusione di Rebibbia. "Aveva gravi patologie ed era stato recentemente colpito da un ictus. Agli inizi di ottobre il Tribunale di Sorveglianza aveva rigettato la sua richiesta di differimento della pena per motivi di salute".