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 2012  aprile 23 Lunedì calendario

Solidarietà: "Soft", per il recupero dei criminali sessuali Il programma, per la prima volta in Italia, interesserà gli oltre 400 detenuti di 8 carceri italiane

Solidarietà: "Soft", per il recupero dei criminali sessuali Il programma, per la prima volta in Italia, interesserà gli oltre 400 detenuti di 8 carceri italiane. Capofila dell’iniziativa il garante dei diritti dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni (nella foto) di Mariaelena Finessi Un innovativo modello per il trattamento dei detenuti, autori di reati sessuali, potrebbe far diminuire i casi di recidiva dal 17% al 3,2%, con un evidente abbattimento anche dei costi sociali: si chiama "Soft" (Sex offenders full treatment) ed è la prima iniziativa in Italia di questo tipo. Capofila del progetto è il garante dei diritti dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni. Coinvolti i Provveditorati dell’amministrazione penitenziaria di Lazio, Campania, Lombardia e Marche, insieme alla Seconda Municipalità di Napoli, il Centro italiano per la promozione della mediazione (Cipm) di Milano e della città partenopea e le università "Sapienza" di Roma e quella di Liegi (Belgio). Presentato venerdì 20 aprile, nella sede romana del Parlamento europeo, “Soft” avrà una durata biennale e interesserà oltre 400 detenuti sex offenders di 8 carceri italiane: Secondigliano e Poggio Reale per la Campania, Bollate, Opera e San Vittore per la Lombardia, Pesaro per le Marche. Mentre per il Lazio rientreranno nel trattamento i rei di Cassino (che ne ospita 35, ai quali probabilmente a breve se ne aggiungeranno altri 20) e di Rebibbia-Nuovo Complesso, il carcere romano che, da solo, conta 77 autori di reati sessuali. «Oggi chi si trova in carcere per aver commesso questo genere di crimine - ha spiegato Marroni - sconta la pena in regime precauzionale, in un clima di isolamento e di emarginazione. La mancanza di interventi psicologici o educativi mirati rende tali persone dei "detenuti ibernati"». Una condizione, questa, «che favorisce meccanismi difensivi di negazione e minimizzazione del reato, impedendo una presa di coscienza critica di quanto fatto e, quindi, agevolando la recidiva». “Soft”, il cui costo è di 630 mila euro, partecipa a un bando della Comunità europea per la pubblicazione del quale si sono spesi, in una attività di sensibilizzazione, i parlamentari europei del nostro Paese. Previsti tutta una serie di interventi, durante e dopo l’espiazione della pena, basati sul modello teorico di riferimento "Good lives model" elaborato dal Centro di Rockwood, in Canada, e che verranno realizzati da un’apposita equipe di diverse figure professionali (psichiatri, psicologi e criminologi) miranti a rafforzare alcuni aspetti positivi della personalità, come l’autostima e la capacità relazionale. «Il progetto, a cui abbiamo voluto aderire - ha detto il provveditore regionale del Lazio, Maria Claudia Di Paolo - è un atto di grande civiltà giuridica ed è in linea con i principi di recupero della dignità delle persone detenute, più volte richiamati in questi ultimi mesi». Ad ogni modo, il rischio di recidiva non è uguale per tutti: ad esserne interessati maggiormente sono coloro che commettono reati sessuali nei confronti degli adulti e non, come si crede, coloro che esercitano una qualsivoglia forma di violenza sessuale sui minori. I trattamenti incidono molto sulla recidiva: quello più diffuso a livello internazionale (Relapse Prevention) riduce della metà i reati (dal 17,8% al 9,9%) ma i protocolli più attenti alla relazione terapeutica tra operatori ed utenti, come quello di Rockwood e sul quale si basa il progetto “Soft”, ottengono risultati ancora migliori (3,2% di recidive). Sulla falsariga di quanto sperimentato dal 2005 a Bollate, “Soft” si sostanzia in «trattamenti di gruppo sin dal momento dell’ingresso in carcere - come ha spiegato Carla Maria Xella, psicologa e psicoterapeuta -, con incontri motivazionali pre-trattamentali nei primi otto mesi. Nei successivi dieci mesi il trattamento verrà intensificato e quando il detenuto uscirà dal carcere avrà come punto di riferimento un centro esterno: un aspetto, questo, che si rivela vincente per l’intera società».