Dagospia 19/12/2013, 19 dicembre 2013
Quando uno non ha i consensi come fa? Semplice, se li compra. Il governino di Aspenio Letta e Alfanayev, due ex giovani democristiani che messi insieme non arriverebbero probabilmente al 15%, usa la legge di Stabilità per comprarsi l’appoggio di banche, costruttori, editori, produttori di energia e gestori del gioco d’azzardo
Quando uno non ha i consensi come fa? Semplice, se li compra. Il governino di Aspenio Letta e Alfanayev, due ex giovani democristiani che messi insieme non arriverebbero probabilmente al 15%, usa la legge di Stabilità per comprarsi l’appoggio di banche, costruttori, editori, produttori di energia e gestori del gioco d’azzardo. E con il comportamento pilatesco su Telecom Italia, Lettanipote lascia campo libero ai capitalisti senza capitali di Telefonica e si compra il consenso del partito Mediaset (dove lavora Lettazio), in solidi affari con il gruppo guidato da Cesar Alierta. Governare è meglio che fottere? No, governare è fottere. Con tanti saluti alla riduzione delle tasse sul lavoro e a quelli che ci avevano creduto. 1 - TELECOM E LA BICAMERALE DEGLI AFFARI Il vero botto di giornata, è seminascosto a metà di questo pezzo che Repubblica ficca a pagina 25 con il titolo: "Telecom, salta la riforma dell’Opa. Il partito Mediaset in campo per favorire gli affari con Telefonica". Giovanni Pons ricorda che Forza Italia ha giocato in Senato a favore del gruppo spagnolo, con il quale Mediaset ha in ballo l’operazione Digital Plus (la pay tv spagnola), e poi riporta: "Diversi analisti finanziari, inoltre, si spingono a prevedere che i buoni rapporti tra Mediaset e il gruppo di tlc guidato da Cesar Alierta potrebbero andare oltre e studiare una soluzione anche per Telecom Italia. Che passerebbe per lo spacchettamento finale della società italiana". "Se Telefonica riuscisse infatti ad assicurarsi una parte importante di Tim Brasil, anche pagando un prezzo elevato, potrebbe poi esser disposta a vendere o a far entrare nella Telecom solo italiana un socio industriale produttore di contenuti come Mediaset". Se lo scenario è questo, allora vuol dire che su Telecom si sta giocando una partita ben più importante di quella vinta a suo tempo dai Capitani coraggiosi di Colaninno e soci, con la fondamentale "astensione" del Mago Dalemix. Ricapitolando: qui abbiamo le principali istituzioni finanziarie del Paese (Intesa, Unicredit e Generali) che se ne vogliono andare da Telecom e smollano le quote al socio-concorrente spagnolo, con il via libera del governino (Galateri dixit) e del principale partito di opposizione. Se alla fine della giostra Mediaset riesce davvero a mettere le mani su Telecom Italia (ancorché ridotta), allora sarà chiaro perché in queste settimane Gianni Letta è letteralmente sparito e Confalonieri fa la super-colomba. Stanno facendo l’operazione della vita, con il Nipote a Palazzo Chigi. 2 - SALUTAMI RENZIE Mentre i giornaloni di Lor signori si gingillano con il presunto duello tra il Rottam’attore e Angelino Jolie, che ieri si sono prestati all’ennesima marchetta libresca in favore di un conduttore tv non abbiente, Lettanipote e Paccomanni confezionano i pacchi di Natale. A spese nostre, naturalmente. A raccontarlo bene è un pezzo di Marco Palombi sul Cetriolo Quotidiano: "Larga intesa sui favori: dalle slot a Caltagirone, da Sorgenia alle banche. Caos di fine anno in Parlamento per manovra e decreti: ne approfittano le lobby, che piazzano i loro emendamenti" (p. 3). Per "De Benedetti", "le centrali non hanno più l’obbligo di corrispondere ai Comuni oneri di urbanizzazione". Per Calta-mattone, sulle municipalizzate, "Obbligo, solo per Roma, di privatizzare e di mettere sul mercato nuove quote di Acea". E ancora, "i Comuni non potranno limitare la diffusione del gioco: tagli ai trasferimenti per i minori introiti". E per le banche, aliquota fiscale di favore per le quote rivalutate (altro regalone) di Bankitalia. A suo modo, è duro anche il Sole 24 Ore, che in prima pagina titola così: "Alleggerita la web tax, corsa alle micro-spese. Squinzi vede Lette: insufficienti le risorse al cuneo". lettaletta Ancora sulla società tra Cidibbì e Verbund, alle prese con un impegnativo piano di moratoria bancaria da 600 milioni (Messaggero, p. 18): "Brunetta attacca Sorgenia: ‘Sconto sulla centrale a Lodi’. L’azienda ribatte: ‘Abbiamo versato 40 milioni agli enti locali in zona" (Stampa, p. 10). Poi, sempre all’insegna della nuova Bicamerale degli Affari, "Niente divieto di incrocio tv-giornali, il governo dimentica la norma" (Repubblica, p. 6). Qui si rischia che al povero Paolo Berlusconi il fratellone sfili l’unico giocattolino che gli è rimasto, il Giornale.