Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  dicembre 19 Giovedì calendario

UN SANREMO SENZA AMICI


LA GARA
Lo sforzo è evidente: sottrarre il Festivalone alla maledizione di essere eterno carrozzone della musica, passerella fatta per svegliare dal letargo antichi dinosauri o riciclare gli eterni aspiranti a trovare un posto al sole, non importa se solo per una settimana l’anno. E, così, ecco un cast rischioso, che guarda al mondo reale della musica, che non evita però di rimettere in circolo chi ha bisogno di ossigeno come Giusy Ferreri, stella che dopo aver brillato si è rapidamente spenta, o come Francesco Renga, vero talento, che pure ha vinto un Sanremo, ma che si era disperso in troppe giravolte attorno alla sua grande voce. Un cast (ognuno si esibirà in due brani) che rinuncia ai facili suggerimenti dei talent, negli ultimi anni ossigeno puro del circo festivaliero: niente reduci da Amici, niente vincitori di The Voice, che è pure un prodotto Rai, niente X Factor, se non Noemi che, però, da tempo sì è allontanata da quel marchio d’origine. Un cast "contemporaneo" l’ha definito Fabio Fazio, aggiungendo anche la definizione "non televisivo", che non è poco per il più grosso spettacolo della stagione televisiva. «Un cast - ha commentato- per un festival che nei nostri intenti vuole bene alla musica».
VECCHI E NUOVI
La veterana è Antonella Ruggiero (62 anni, 11 presenze), una sulla cui voce non possono esserci dubbi, unica vecchia gloria assieme a Ron (anche lui ha una vittoria alle spalle, nel 96 con Vorrei incontrarti fra cent’anni) di un solo anno più giovane. I meno sanremesi dell’elenco che Fabio Fazio ha presentato ieri al Tg1 delle 13,30, sono I Perturbazione, robusta rockband piemontese che proviene dal ricco serbatoio della scena indipendente: in oltre vent’anni di vita non si sono mai accostati al Festivalone. Gli altri hanno avuto tutti a che fare con Sanremo, compreso Giuliano Palma, ex voce dei Casino Royale, ex Bluebeater, interprete esuberante che mescola, ska e soul: due anni fa venne chiamato da Nina Zilli per duettare con lei in Per sempre. E come Francesco Sarcina, ex Le Vibrazioni, artista polivalente dal gusto funky già ospite due volte. Il romano Riccardo Sinigallia è stato all’Ariston nel 2000 coi Tiromancino: artista e produttore, ha lavorato con Max Gazzè e Niccolò Fabi. Frankie Hi Nrg riporta il rap a Sanremo e lo aveva già fatto nel 2008.
Raphael Gualazzi è ormai un habituée, all’Ariston si è rivelato nel 2011 e si è confermato nel 2013 piacevole inventore di canzoni vintage e swinganti. Ora torna per la terza volta con uno dei progetti più curiosi e meno sanremesi, al fianco di Bloody Beatroots, ovvero Sir Bob Cornelius Rifo, dj e fotografo veneto. Altra creatura di indubbia origine festivaliera è Arisa che, segata da X Factor, torna al primo amore. Il cantautorato è rappresentato da Cristiano De Andrè, l’irrequieto figlio di Fabrizio. Mentre Renzo Rubino è un recupero dallo scorso anno, quando si fece notare con una love song gay, Il postino.
Il Festival oltre che dai nomi è fatto dalla musica, ma per ascoltare i pezzi ci vorrà ancora un po’ di tempo. Nel mezzo continueranno a girare le voci sugli ospiti, specie quelli che della saga celebrativa dei 60 anni della tv (è già iscritta Raffaella Carrà), ma anche altre star come Pausini, forse Giorgia con Alicia Keys, forse Baglioni e Paoli.
Marco Molendini