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 2013  dicembre 19 Giovedì calendario

PRIMA DI SPARIRE SEQUESTRA UN PANETTIERE


«È molto pericoloso». È questo l’avvertimento lanciato dalle forze dell’ordine riguardo Bartolomeo Gagliano, il serial killer, autore di tre omicidi, che ieri mattina non si è presentato in carcere dopo aver usufruito di un permesso premio. Doveva fare ritorno nel carcere di Marassi, dove sta scontando una condanna per evasione, verso le 9, ma poche ore prima si trovava a Savona, dove ha rapito un panettiere obbligandolo con una pistola puntata in viso ad accompagnarlo in auto fino a Genova: «Mi ha raccontato la sua vita» dichiara il commesso, «mi ha detto che doveva rientrare in carcere e che dovevo accompagnarlo a Genova, ma una volta arrivati mi ha detto che aveva cambiato idea e che aveva fatto troppo carcere. Così mi ha fatto andare via, dicendomi anche che non dovevo chiamare la polizia subito, così avrebbe avuto il tempo di fuggire». Sul malvivente, la procura ha ora aperto un fascicolo per porto abusivo di armi da fuoco, rapina, sequestro di persona ed evasione. Per Gagliano, noto negli anni ’80 come il Killer di San Valentino, non è certo la prima evasione dal carcere: già nel 1989, infatti, era evaso dal manicomio criminale di Montelupo Fiorentino, dove era stato rinchiuso dopo l’omicidio Paola Ferdi, a cui sfondò il cranio con una pietra. Allora, poco dopo l’evasione, Gagliano uccise a colpi di pistola due transessuali. Per questi reati era stato dichiarato infermo di mente. Fino al ‘94 Gagliano era già evaso cinque volte, ma aveva usufruito di altri permessi, da cui era sempre rientrato.
Nel gennaio di quest’anno, invece, si ferì ad un braccio durante una protesta per non aver ottenuto il permesso richiesto. Sul banco degli imputati per la concessione del permesso premio, ora, è finito Salvatore Mazzeo, il direttore del carcere di Marassi di Genova che in un primo momento aveva affermato di non sapere nulla dei precedenti penali di Gagliano, ma che poi però ha precisato: «Siamo tenuti a considerare il reato per cui è in carcere» ha dichiarato al Secolo XIX, «e il comportamento tenuto durante la pena in corso. Il precedente pesa, ma non ai fini della valutazione del detenuto oggi. Per noi, la sua storia carceraria comincia nel 2006, quando è stato arrestato per alcune rapine».
Sulla vicenda è intervenuta poi il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, che in una nota ha definito la vicenda «un episodio gravissimo che richiede un accertamento molto rigoroso. Inutile negare» ha poi aggiunto, «che questo rischia di essere un duro colpo a quanto stiamo facendo per rendere il carcere un luogo più civile e in grado di assolvere alla propria funzione rieducativa».
Quello dei permessi premio rischia infatti di diventare un caso. Gagliano infatti non è certo il primo detenuto a non essere rientrato dopo un permesso. Serghei Vitali, la cui evasione ricorda molto quella di Gagliano, ha lasciato il carcere di strada “Due Palazzi” lo scorso gennaio e non ci è più tornato. Condannato a 19 anni per aver falcidiato a colpi di ascia e spranga un ragazzo rumeno, aveva ottenuto un permesso premio. Andando più indietro nel tempo, nel 2011, come non ricordare Max Leitner, il “Re delle evasioni”, fuggito per ben cinque volte. L’ultima è stata per lui un gioco da ragazzi: uscito per un permesso premio, non si è più fatto vedere.