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 2013  dicembre 19 Giovedì calendario

SPESE EXTRA BUDGET, LA RAI ACCUSA CAPRARICA IL GIORNALISTA: IO PERSEGUITATO, MI LICENZIO


L’abbonato Rai non vedrà più i servizi da Londra del più elegante dei suoi corrispondenti: Antonio Caprarica. Da venticinque anni volto del servizio pubblico, eloquio brillante e cravatte sgargianti, il giornalista (inviato anche in luoghi caldi del pianeta, corrispondente a Mosca e a Parigi, per tre anni direttore del Giornale Radio Rai) lascia l’azienda sbattendo la porta. Ieri ha annunciato azioni giudiziarie verso la Rai, denunciando «pressioni esercitate dai vertici aziendali con metodi inammissibili e offensivi », parlando persino di «persecuzione ». Ma dalla Rai fanno sapere che per lui era già pronta una lettera di licenziamento per «spese extra budget». Da un audit interno sarebbero emerse «gravi irregolarità» nella gestione della sede londinese. L’ufficio di corrispondenza secondo l’azienda costava sempre di più («quattro volte il budget assegnato» sostengono fonti Rai), Caprarica avrebbe tra l’altro fatto un «uso improprio di macchine di servizio» e assunto «un dipendente in pensione senza fare nessuna gara».
Ma Caprarica non ci sta, fornisce la sua versione dei fatti. «Io punto il dito contro il dg Rai, Luigi Gubitosi. Questa dirigenza non conosce la storia della Rai. Mi volevano fare fuori, ma non avevano nessun pretesto, così hanno fatto un audit sulla sede di Londra, senza trovare peraltro nessun comportamento illecito», garantisce il giornalista. Furioso con la sua azienda: «Questa Rai mi ha dato un dolore profondo. È come se m’avessero allontanato dalla mia famiglia. Capite cosa è stata la Rai per me in questi anni? Sì, me ne vado, ma dimostrerò che sono stato costretto a farlo. Ho deciso di andare via per giusta causa, per permettere a un tribunale vero di giudicare i fatti. Racconterò per esempio il comportamento di Luciano Flussi, capo delle risorse umane. A un certo punto mi hanno invitato ad astenermi dalla gestione amministrativa della sede, di fatto esautorandomi ».
Tutto comincia in aprile, quando Caprarica avrebbe ricevuto la proposta di andare via dalla Rai con un incentivo. «Io però non avevo nessun obbligo di accettare e, avendo davanti a me quasi tre anni di lavoro, ho preferito rifiutare» dice Caprarica, per il quale è da lì che sarebbe partita «la persecuzione». In una lettera del 7 ottobre gli viene «contestata la violazione di regole burocratiche interne, che persino il direttore del personale, in dichiarazioni che ho registrato, ha definito risibili. La verità? É che dal 21 ottobre la Rai ha proposto a Marco Varvello, ora alla sede di Berlino, di venire a Londra: me l’ha detto lui stesso».
La Rai ufficialmente non risponde. «È sempre così quando un dipendente minaccia di adire per vie legali», spiegano a Viale Mazzini. Anche se confermano che per il dg Luigi Gubitosi il “caso Caprarica” era ormai a un punto di non ritorno: «Ieri pomeriggio era già pronta la lettera di licenziamento per il giornalista: lui ha preferito licenziarsi per fare il martire».
La brusca uscita di Caprarica dalla sede britannica potrebbe essere il preludio di una serie di spostamenti di sedi prestigiose. Si parla di Mosca e Berlino. Ma anche di Bruxelles, dove dovrebbe approdare Antonio Preziosi, attuale direttore del Giornale Radio e di Radio Uno. Al suo posto, in pole position, ci sono Mario Sechi e Flavio Mucciante.