Emilio Randacio, la Repubblica 19/12/2013, 19 dicembre 2013
ECCO LA VILLA COMPRATA CON LE MAZZETTE MAUGERI
Immersa in un parco di oltre 10 mila metri quadri, una piscina incantevole, 400 metri quadri divisi su tre «corpi immobiliari». La villa di Schina Manna (Olbia), è un vero incanto. In posizione leggermente collinare, con una vista che spazia dall’Isola di Tavolara fino a gran parte della Costa Smeralda. Può valere diversi milioni di euro. Dal 4 settembre scorso, il titolare della nuda proprietà, l’ex assessore regionale lombardo Antonio Simone, ha dovuto fare «fagotto». O, meglio, ha dovuto ritirare gli effetti personali che ancora aveva negli armadi, con il forte rischio di non poterci rimettere più piede. Visto che la proprietà è stata sequestrata, in attesa che il processo accerti la verità.
Questa spettacolare abitazione, secondo la procura di Milano infatti, è stata comprata con parte dei milioni — quasi 70 in tutto — , che il duo Simone e il faccendiere Pierangelo Daccò, hanno ottenuto dalla fondazione pavese Maugeri. Finte consulenze, sostengono oggi le indagini dei pm milanesi Antonio Pastore, Laura Pedio e Gaetano Ruta, per mascherare le mazzette destinate all’ex governatore lombardo, Roberto Formigoni. In cambio di oltre 200 milioni di finanziamenti regionali, la fondazione convenzionata specializzata nella riabilitazione, avrebbe corrotto i vertici politici del Pirellone.
Nel luglio di un anno fa, era scattato il sequestro dei beni, frutto per le indagini, proprio delle consulenze. E nella rete, tra case e titoli azionari, era finita anche la villa faraonica di Schina Manna. L’acquisto da parte di Simone, che risale al 2002, sarebbe stato possibile proprio grazie alle mazzette incassate da Maugeri. In attesa che il gup, dal 7 febbraio prossimo, decida se rinviare a giudizio tra gli altri Formigoni, Daccò e lo stesso Simone, per accuse che parlano di associazione a delinquere, corruzione, truffa, i magistrati si sono portati avanti. Gli ex vertici della Maugeri, in vista del probabile patteggiamento, hanno già risarcito i danni provocati alle casse regionali. Agli altri impu-tati, invece, il gip Vincenzo Tutinelli ha nel frattempo sequestrato praticamente tutti i loro beni. Nel caso il processo dovesse concludersi con le condanne degli imputati, lo Stato è già cautelato. Proprietà immobiliari e azionarie — compresa la villa di Schina Manna — diventeranno automaticamente di proprietà dello Stato. In questo lasso di tempo, il custode giudiziario pagherà un giardiniere attraverso «buoni lavoro o voucher» dell’Inps, per mantenere la residenza in tutto il suo splendore.