Valentina Conte, la Repubblica 19/12/2013, 19 dicembre 2013
CROLLA LA RISCOSSIONE DI EQUITALIA IL FONDO TAGLIA-TASSE RISCHIA IL FLOP
Se il buongiorno si vede dal mattino, i dati di ieri di Equitalia non sono granché confortanti per il nuovo Fondo taglia-cuneo fiscale, appena varato dalla legge di Stabilità. La riscossione cala ancora (del 7% quest’anno) e si ferma a 7 miliardi (da 7,5 dell’anno passato e ben 8,9 di tre anni fa). La Corte dei Conti dice che Equitalia è stata «indebolita», certo dalla crisi, ma soprattutto dalle norme, meno rigide. E che la lotta all’evasione così è assai meno incisiva. I giudici contabili parlano del 2012 e del miliardo in meno riscosso. A cui aggiungere il mezzo miliardo “perso” nel 2013. Se il trend è questo, quali speranze hanno i lavoratori? Le buste paga saranno più pesanti il prossimo anno? Insomma, quante probabilità ha questo Fondo di abbassare davvero le tasse sul lavoro? Poche.
Il Fondo di nuova creazione sarà alimentato da tre fonti. I proventi della spending review, la prima. Quelli dalla lotta all’evasione fiscale, la seconda. «Misure straordinarie», come l’accordo con la Svizzera per il rientro dei capitali, la terza. Intanto, la procedura è assai complessa. E tutto ciò che si tesaurizza in un anno, entra nelle buste paga l’anno successivo. In soldoni, prima del 2015 difficile vedere un centesimo in più. In più, ci sono tutta una serie di vincoli che fanno temere un “tesoretto” assai scarno da distribuire. E questo perché si potrà contare solo su risorse “extra”.
Ad esempio, nel caso dei tagli alla spesa, solo i risparmi eccedenti rispetto a quanto già “prenotato” nella legge di Stabilità: e dunque 600 milioni nel 2015 e 1,3 miliardi nel 2016 e 2017. A cui aggiungere altri 20 miliardi nel triennio che - se non ottenuti con la spending review- saranno rastrellati aumentando le tasse o tagliando brutalmente le agevolazioni fiscali (quelle del 19% in dichiarazione dei redditi: mutui, spese sanitarie, libri, etc.). Ma anche immaginando che il commissario Cottarelli sia così abile da recuperare fior di miliardi (oltre i 23 già scritti nero su bianco), l’extra avrà tre priorità da accontentare prima di finire in busta paga: le esigenze di bilancio (come il deficit al 3% del Pil), «le esigenze prioritarie di equità sociale » e infine «gli impegni inderogabili ». Rimarrà qualcosa?
Così l’evasione fiscale. Il Def (Documento di economia e finanza) fissa l’obiettivo di recupero (ma i dati Equitalia dimostrano quanto sia difficile da centrare). Sopra quella cifra (e al netto di quanto recuperato dagli enti locali), quel che avanza finisce nel Fondo. Quanto? Molto poco, c’è da immaginare. Infine la platea di beneficiari. I denari del Fondo andranno a tutti, non solo ai lavoratori dipendenti, come nell’altra norma della legge di Stabilità che assicura loro, dal prossimo anno, 5 miliardi nel triennio (di fatto una ventina di euro al mese per i redditi fino a 35 mila euro lordi annui) e altri 5 miliardi alle aziende. Con il Fondo, il “regalo” andrà per una metà alle deduzioni delle imprese (compresi professionisti e piccole attività). Per l’altra metà alle detrazioni di lavoratori e pure pensionati. Il rischio di vedere le briciole esiste. La terza gamba del Fondo poi, «le misure straordinarie », forse è l’unica speranza (ma solo per il 2014). Qui i pensionati sono esclusi. Ma tutto dipende da accordi come quelli con la Svizzera. Arriveranno?