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 2013  dicembre 19 Giovedì calendario

NEL 2013 EQUITALIA SI FERMA A 7 MILIARDI


Nel 2013 le entrate fiscali e contributive recuperate da Equitalia si attesteranno intorno ai 7 miliardi di euro, quasi il 7% in meno rispetto all’anno scorso. La previsione arriva dall’amministratore delegato dell’agente nazionale della riscossione, Benedetto Mineo, e il dato, unito a quello "storico" diffuso ieri dalla Corte dei conti (delibera 111/2013 della sezione di controllo sugli enti) indica un crollo del 21,3% rispetto al 2010, quando in cassa arrivarono 8,9 miliardi. La tendenza non è nuova (nel 2012 il consuntivo ha registrato un -12,6%), ma torna di stretta attualità mentre la legge di stabilità prova, con parecchi tentennamenti, a collegare la lotta all’evasione con la riduzione della pressione fiscale su imprese e lavoro.
La prima ragione è la crisi economica, che colpisce la liquidità dei debitori e moltiplica il ricorso alla rateizzazione (1,8 milioni di richieste a fine 2012, per 21,8 miliardi di importi dilazionati) allungando i tempi degli incassi: «Da quando esistiamo – rivendica però Mineo – abbiamo recuperato circa 55 miliardi, e un euro di riscossione costa il 60% in meno rispetto al 2006».
La stessa Corte dei conti riconosce i miglioramenti organizzativi e l’aumento di efficienza messo in campo da Equitalia, ma la sua analisi, anche se si ferma a fine 2012, permette di evidenziare elementi ulteriori. In generale, i ruoli erariali (-5,4%) tengono meglio delle altre voci, mentre sono le attività per gli enti locali (-9,7%) e soprattutto quelle per gli istituti di previdenza (-27,2%) a mostrare le difficoltà maggiori.
La Corte dettaglia in chiave regionale gli andamenti, e mostra che l’alleggerimento delle entrate è generalizzato ma si concentra nel Nord e nei territori tradizionalmente più "ricchi" per la riscossione coattiva: in Lombardia mancano all’appello 278 milioni rispetto al 2011 (-14,2%), nel Lazio i milioni in meno sono 202 (-14,7%), mentre in chiave percentuale le frenate più drastiche si incontrano in Valle d’Aosta (-27%), Friuli Venezia Giulia (-23,3%) e Trentino-Alto Adige (-22%). In controtendenza solo i risultati ottenuti in Abruzzo (+5,6%), con una ripresa delle attività che si spiega in parte con la progressiva uscita dalla paralisi post-terremoto.
Crisi economica e liquidità scarsa dei debitori caratterizzano naturalmente anche la raccolta delle entrate per gli enti locali, che però si comportano peggio dei ruoli erariali perché incontrano anche ostacoli ulteriori. Su questo versante, infatti, il caos normativo ha concentrato negli ultimi anni tutta la propria potenza: l’eterna "sospensione" (ormai quadriennale, 2014 compreso grazie al comma 420 della legge di stabilità) dell’uscita dell’agente nazionale della riscossione dal settore non aiuta certo a incrementare l’efficacia nella riscossione di queste entrate, frenata anche dai limiti minimi di importo che bloccano le azioni esecutive e interessano soprattutto la fiscalità locale.
Riguarda i rapporti con gli enti territoriali anche il problema delle quote inesigibili, il cui discarico è stato continuamente posticipato e impedisce l’incasso di 1,4 miliardi di rimborsi spese. Un blocco, questo, che per la Corte dei conti rischia nel tempo di creare «una dinamica insostenibile», e che deve quindi essere affrontato in fretta dal legislatore.
G.Tr.
gianni.trovati@ilsole24ore.com