Marco Zatterin, La Stampa 19/12/2013, 19 dicembre 2013
L’EUROPA INFURIATA CON L’ITALIA “SCENE ATROCI, COSÌ STOP AI FONDI UE”
Dal Tg2 all’Europa, via Internet, in pochi minuti. Le crude immagini sulla vita nei campi di accoglienza di Lampedusa sono arrivate con velocità globalizzata sul tavolo della responsabile Ue per l’Immigrazione, Cecilia Malmstrom. «Atroci e inaccettabili», ha commentato la svedese. Una dichiarazione breve, poche frasi secche per auspicare una rapida inchiesta, minacciare l’apertura d’un dossier per violazione degli standard di accoglienza e far capire che, se continua così, l’Italia potrebbe perdere in futuro l’accesso ai fondi con cui l’Ue finanzia il fronte mediterraneo.
La Commissione è choccata, non sorpresa. «Abbiamo già avviato un’indagine sulle deplorevoli condizioni nei centri italiani, Lampedusa compresa - ha assicurato la Signora Malmstrom -, e non esiteremo a ricorrere a una procedura di infrazione per garantire che l’adempimento agli standard e agli obblighi europei sia totale». Nel mirino di Bruxelles sono già finiti altri Centri di soccorso, «la situazione è spesso sotto gli standard».
I collaboratori della Malmstrom promettono di «usare tutti i mezzi a disposizione per fare in modo che le norme europee siano rispettate». A secondo di come risponderanno gli italiani ai rilievi verrà deciso quale tipo di reazione decidere. Il problema, si fa notare, non si chiude con Lampedusa. I video sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso. «Il nostro sostegno all’Italia - ha avvertito la commissaria - potrà proseguire solo se il Paese assicurerà un’accoglienza umana e degna ai migranti». Il che lascia chiaramente capire che, in caso di non rispetto delle regole, il rubinetto di Bruxelles potrebbe anche chiudersi. «L’Italia è impegnata - ha concluso - ma deve farlo in modo dignitoso».
Nonostante la diffusa retorica euroscettica cavalcata soprattutto dai governi di centrodestra, non sono bruscolini. Dal 2007 al 2013 sono arrivati a Roma 478 milioni, pagati da quattro fondi comunitari, quello per i Rifugiati (Erf), quello di Integrazione, quello dei Rimpatri e quello per le Frontiere esterne. Vanno aggiunti i 30 milioni impegnati in ottobre dopo Lampedusa. Di questi, 10 sono arrivati dall’Erf e sono destinati a migliore le condizioni sanitarie e di sicurezza al momento di accoglienza; 7,9 sono andati a Frontex per la vigilanza di confine; 6 dal capitolo Frontiere per «Ricerca e salvataggio». Fanno 23,9 milioni di saldo extra. Gli altri sono lì in attesa che Roma li richieda.
Il conto totale fa mezzo miliardo di euro in sette anni. Un contributo più rilevante della politica comune dell’Immigrazione messa in piedi dall’Ue. Dopo i fatti di Lampedusa, si è messo in moto un meccanismo di riscrittura strategica che ha portato la Commissione a programmare 38 iniziative strategiche per rafforzare la frontiera meridionale dell’Unione. È un passo avanti, coordina satelliti e agenzie. Eppure, se in primavera arriverà la paventata onda di siriani, eritrei, somali, etiopi, egiziani e centrafricani vari, potrebbe non risultare sufficiente.
Roba da Cassandre? Macché. I dati Ue rivelano che fra gennaio e l’8 dicembre nell’ambito di Frontex sono state contate 36.308 accoglienze in terra italiana. Fra pochi mesi si teme siano di più. Molte di più. Così il tema dell’immigrazione arriverà venerdì anche al vertice di Bruxelles. «Ci aspettiamo che il premier Letta sollevi il caso», spiega una fonte Ue. E anche che i nordici dicano belle parole senza andare molto oltre, considerando che i problemi isolani non sono di loro competenza. «Spiegaglielo tu che non è così», è sbottato un diplomatico qualche giorno fa. Glielo spiegheranno, forse, le notizie dei giornali in maggio. Quando, purtroppo, potrebbe essere troppo tardi.