Mattia Feltri, La Stampa 19/12/2013, 19 dicembre 2013
BONDI: “DICO SÌ ALLE UNIONI CIVILI LA DESTRA SI LIBERI DEL BIGOTTISMO”
Senatore Bondi, lei si è dichiarato favorevole alle unioni civili, definendole un’evoluzione democratica e civile. A che forma di disciplina pensa?
«Le soluzioni sono due: la prima è quella delle unioni civili in vigore in Germania e in Gran Bretagna, prima che in Gran Bretagna scegliessero il matrimonio vero e proprio. Io propendo come Renzi per il modello tedesco, un istituto che pur non essendo equiparabile al matrimonio ne prevede gli stessi diritti. Anzi, si tratta in fondo di una formula preferibile allo stesso matrimonio che, al di là del significato religioso, contiene soprattutto in Italia dei vincoli che, in caso di divorzio, perpetuano sofferenze inaudite».
Quanto crede sia distante la sua posizione da quella del Ncd di Alfano?
«Nel partito di Alfano ci sono delle persone che usano e stravolgono la fede per ragioni politiche. È qualcosa di insopportabilmente lontano da una fede genuina e autentica».
Come si conciliano i cambiamenti della società con la fede?
«Nella Chiesa cattolica stanno avvenendo cambiamenti epocali, profondissimi. Non solo con l’elezione di Francesco I, ma anche attraverso un ribollire di riflessioni teologiche e di sofferte testimonianze di fede che in Italia viviamo marginalmente. Papa Francesco, riprendendo Carlo Maria Martini e Benedetto XVI, dice che il cristianesimo non è un’ideologia, non si riduce a una dottrina e a precetti morali, ma è innanzitutto una conversione interiore, un cambiamento che avviene nella coscienza di ogni uomo. La vera rivoluzione, come scriveva Aldo Moro, è una rivoluzione della coscienza. Così cambia prospettiva e cambia il mondo attorno a noi».
Il conservatorismo della Chiesa influenza la vita sociale e politica, conservatorismo a cui spesso il centrodestra ha aderito.
«L’Italia ha bisogno di un soffio di libertà e di modernizzazione. Per questo dobbiamo liberarci anche noi cattolici di un certo bigottismo che, specialmente sulla bioetica e i diritti civili, rischia di immiserire il valore della fede e di avvolgere in un’atmosfera di arretratezza la società italiana. Il centrodestra in questi anni è apparso su posizioni di puro conservatorismo e di vetero clericalismo su alcune questioni, mentre su altre, come l’immigrazione e i diritti dei cittadini stranieri, ha marcato le distanze dall’insegnamento della Chiesa. È oltretutto un comportamento contraddittorio, che non rispecchia la maggioranza dei cattolici italiani».
E sui temi bioetici che pensa?
«Su questi temi dobbiamo dire basta all’estremismo dottrinario e culturale di alcune posizioni religiose o ateo-devote che finiscono per diventare disumane. Sulla questione per esempio del fine vita, bisogna fissare principi inderogabili, sui quali fra l’altro tutti concordano: la difesa della vita e al tempo stesso il no all’accanimento terapeutico. Tutto il resto è un’area in cui la legge non deve entrare ma lasciare alla libera determinazione della persona, e contemplare una collaborazione fra i medici e i familiari, facendo prevalere la pietà e il senso dell’umanità cristiana».
Quando lei parla di modernità della Chiesa, pensa anche al celibato dei sacerdoti e al ruolo delle donne?
«La mia opinione, che riflette l’opinione di tanti teologi e esponenti della Chiesa, è che la Chiesa stessa fa fatica a comprendere la modernità e a entrare in una viva comprensione della vita degli uomini proprio perché alcuni istituti, come quello del celibato dei sacerdoti, impediscono di essere calati profondamente nella realtà della vita e dei problemi degli stessi membri della comunità cristiana. Quanto al ruolo delle donne, sono certo che non ora ma nel futuro la Chiesa cattolica comprenderà che ricchezza sarà integrare le donne nel sacerdozio e nell’episcopato. Come ha scritto un grande papa come Albino Luciani “Dio è papà, più ancora è madre”».
A lei, da divorziato, hanno negato la comunione. Quanto ne ha sofferto?
«È una regola che appare di giorno in giorno più assurda e assolutamente contraria a ogni principio di umanità cristiana».
Le sue posizioni sono maggioritarie in Forza Italia?
«Sono posizioni diffuse ma che faticano a emergere. Quello di cui sono certo è che un movimento autenticamente liberale, riformista, aperto a credenti e non credenti, sensibile ai mutamenti della società e dei cittadini, non possa non evolversi verso posizioni sempre più aperte e mature».