r. dim., il Messaggero 18/12/2013, 18 dicembre 2013
RCS HA CHIESTO ALLE BANCHE UNA DEROGA SUL RIMBORSO
RISTRUTTURAZIONI
ROMA Rcs propone alle banche un waiver (cioè una rinuncia) rispetto al contratto di rifinanziamento di 600 milioni stipulato a fine maggio all’interno della manovra di rafforzamento patrimoniale. Da qualche giorno Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi, Bnp Paribas, Bpm, Mediobanca, secondo quanto risulta al Messaggero, stanno valutando la richiesta di revisione delle modalità di rimborso dei 120 milioni incassati dalla vendita dell’immobile di via Solferino al fondo Usa Blackstone. Il gruppo editoriale guidato da Pietro Scott Jovane vorrebbe restituire circa un quarto (30 milioni) della liquidità incassata, diversamente da quanto stabilito dalle clausole che gli istituti vorrebbero rispettare. E mettere a disposizione dell’attività corrente e del rilancio i restanti 90. Non tutti gli istituti, però, sarebbero consenzienti.
Il rifinanziamento è articolato in tre tranche: una linea di credito bullet di 225 milioni (linea A), con scadenza a tre anni, al cui rimborso sarà destinata parte degli importi provenienti dalle cessioni degli asset non core. Poi c’è una linea di credito amortizing di 275 milioni (B) con scadenza finale a cinque anni e con periodo di preammortamento di tre anni. Infine una linea revolving di 100 milioni (C) con scadenza a cinque anni.
LA POSIZIONE DI UNICREDIT E BPM
In particolare nel mirino c’è la tranche A da 225 milioni, in gergo tecnico definita bridge to disposal (prestito ponte in vista delle vendite). Le clausole di questa tranche del finanziamento a tempo prevedono che Rcs restituisca alle banche - pro quota rispetto a quanto concesso - 110-115 milioni. Dovrebbe quindi, rimborsare quasi tutto, tenendo per sé 5-10 milioni per finanziare l’attività corrente. Invece Scott Jovane vorrebbe rivedere le proporzioni riducendo, per il momento, la restituzione del debito. E questa posizione potrebbe essere influenzata dal pressing che da tempo Diego Della Valle, azionista con l’8,9%, va facendo per evitare che il rafforzamento patrimoniale vada a beneficio delle banche, alcune delle quali anche azioniste, come Intesa e Mediobanca (quest’ultima, peraltro, in fase di disimpegno).
Sulla richiesta di Jovane sembra ci siano almeno due banche molto fredde: Unicredit e Bpm. L’istituto di Piazza Cordusio già in primavera, durante il negoziato per confezionare il rifinanziamento, mise alcuni paletti sulle condizioni del prestito e proprio in relazione ai termini del rimborso della tranche A.
r. dim.