Stefania Tamburello, Corriere della Sera 18/12/2013, 18 dicembre 2013
IL DEBITO PUBBLICO, NEL PIANO 2014 SCADENZE PIÙ LUNGHE EFFETTO «STRESS TEST»
Nuovo anno, non si cambia. Perlomeno nella gestione del debito pubblico, che nel 2014 manterrà lo stesso calendario di aste del 2013 e confermerà le emissioni di titoli a più lungo termine di 7-15 e 30 anni. «Dopo un anno intenso e molto positivo per la presenza del Tesoro sul mercato dei capitali, vogliamo leggere questa “stabilità” nella struttura del calendario come un segnale di continuità e di normalizzazione del contesto finanziario, che sia al contempo un auspicio per il futuro», comunica agli investitori il direttore del Debito pubblico, Maria Cannata che, con il collocamento dei Bot annuali di metà dicembre, ha chiuso la raccolta 2013. È il momento di tirare le somme e valutare i risultati che, come si desume dal tono fiducioso del messaggio inviato, sono giudicati positivamente dalla regista dei titoli di Stato italiani, anche se nel corso degli ultimi dodici mesi non sono mancati momenti di tensione di tassi e spread .
È il momento del consuntivo dunque di un anno in cui il Tesoro ha collocato titoli per 477 miliardi a fronte di scadenze per 386, assicurando così liquidità aggiuntiva — 91 miliardi— anche superiore alle eventuali esigenze di pagamenti a carico dello Stato. Tant’è che c’è stato un buy back , cioè un riacquisto di titoli pubblici, per 4 miliardi e sono state cancellate alcune aste di dicembre. Sui Bot poi è stato ridotto lo stock di 10 miliardi, da 151 a 141 miliardi. Se si pensa all’altalena vissuta nel 2012, iniziato con l’Italia sotto tiro, ci sono le ragioni per considerare l’anno che si va concludendo come un periodo di stabilizzazione, sempre che non ricomincino i sussulti della politica.
I progressi realizzati sono evidenti, dal ribasso dello spread da 320 a 221 punti base — peraltro spinto negli ultimi tempi da un rialzo dei rendimenti dei Bund tedeschi piuttosto che da una diminuzione di quelli dei Btp italiani — al riallineamento dei tassi di interesse. In un anno, da dicembre 2012 ad oggi, i tassi per i titoli triennali sono scesi dal 2,50% all’1,79%, per i 5 anni dal 3,23% al 2,89% e per i decennali dal 4,45% al 4,01%. Il tasso del Bot annuale è invece sceso dall’1,456% allo 0,707% mentre il costo medio del debito è calato dal 3,11% al 2,08%, una discesa avviata con più decisione da settembre, di cui hanno beneficiato i conti dello Stato alleggerendo — ma ancora i calcoli precisi non sono stati fatti — la cifra prevista di 83,9 miliardi (erano 86,7 nel 2012) della spesa per interessi.
Il 2014 inizia quindi sotto buoni auspici per il debito pubblico. Il prossimo anno non sarà più impegnativo di quello che sta finendo per il finanziamento sui mercati e il ritorno degli investitori stranieri, in particolare statunitensi, con la scomparsa dei timori sulla tenuta dell’euro, sono elementi che giocano a favore di un periodo senza tensioni nei collocamenti. Potrebbe diventare fonte di qualche preoccupazione la possibile minore affezione delle banche italiane verso i titoli di Stato (ne hanno già in portafoglio poco meno di 400 miliardi che sono però nella maggioranza titoli a breve vicini alla scadenza) in vista degli stress test del prossimo autunno che valuteranno il rischio del debito sovrano. Ma al Tesoro puntano molto sul rinnovato interesse degli investitori stranieri ed aspettano i Fondi made in Giappone che dopo aver privilegiato i titoli francesi potrebbero mirare ai più convenienti Btp italiani.
Stefania Tamburello