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 2013  dicembre 18 Mercoledì calendario

DAI FINTI BISCOTTI ALLE SIGARETTE TUTTI I TRUCCHI DEGLI SPALLONI


«Pochi giorni fa abbiamo sequestrato cinquantamila euro a una signora. Li aveva nascosti sotto la panciera e in diversi pacchetti di biscotti, che diceva di voler regalare al nipotino ». Alla dogana di Como gli aneddoti aumentano di anno in anno, così come le somme sequestrate. Nel 2009, i doganieri confiscarono 2 milioni 687 mila euro. A novembre del 2013, l’ufficio aveva già raggiunto 41 milioni 124 mila euro: una cifra superata soltanto nell’anno record 2010, quando gli ufficiali si ritrovarono davanti 80 milioni di euro di bond americani (la cifra sequestrata quell’anno arrivò a 82 milioni 224 mila euro).
Contanti, gioielli, assegni, obbligazioni: i trasferimenti irregolari di valori, in entrata e in uscita dall’Italia, sono aumentati di anno in anno, sia a Como, dove avviene il maggior numero di sequestri, che nel resto del paese. «Sicuramente dall’inizio della crisi — dice Pierpaola Ercolano, direttore dell’ufficio di Como — i flussi di valori fra l’Italia e la Svizzera si sono intensificati. Noi abbiamo alzato la soglia di attenzione e questo ci ha portato a un incremento degli importi verbalizzati».
Gli spalloni intanto sono diventati sempre più creativi: c’è chi è arrivato a nascondere banconote da 500 euro infilandole nelle sigarette, al posto del tabacco (un pacchetto può contenere fino a 20 mila euro). Chi ha trovato il modo di ingannare l’olfatto dei cani anti-valuta, impacchettando i soldi dentro alla carta carbone. E chi ricorre al cosiddetto “smurfing”: i corrieri si dividono i contanti da portare oltre frontiera, in modo tale da eludere la soglia di diecimila euro, superata la quale scatta l’obbligo di dichiarazione.
A portare la merce oltre frontiera sono soprattutto italiani (l’83%); il 9% di altri paesi dell’Unione Europea; il restante 8% è extracomunitario. Ma il viaggio degli spalloni non finisce alla dogana: se riescono a proseguire hanno altre mete da raggiungere. Nel 2012, in testa ai paesi di destinazione c’era la Cina (487 violazioni), seguita dall’Egitto (160) e dalla Svizzera (157). Sempre nel 2012, la maggior parte dei capitali che stavano per essere rimpatriati illegalmente in Italia arrivava proprio dalla Svizzera (677 violazioni), seguita dalla Russia (119) e dalla Spagna (109). Secondo l’Agenzia delle Dogane, «la direttrice Italia-Svizzera è ancora tra le più a rischio rappresenta da sola il 35% delle infrazioni riscontrate a livello nazionale».