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 2013  dicembre 18 Mercoledì calendario

GATTUSO: «SE DIMOSTRERANNO CHE SONO COLPEVOLE MI AMMAZZO»

Non si piega e non si spezza. Rino Gattuso urla la sua innocenza e lancia una provocazione: «Sono disposto ad andare in piazza e mi ammazzo, se provano questa roba. Perché non sono questo». La frase è fortissima ed esprime tutto il suo sconforto in una giornata che gli «ha cambiato la vita». Interviene sia a Mediaset che a Sky. Poi, si confessa alla Gazzetta . «In vita mia non mi sono mai, e dico mai, seduto con delle persone per combinare le partite. E non ho mai pensato nell’anticamera del cervello di truccare una gara perché, innanzitutto, non so come si fa. Non vado a giocare con gli amici, perché non so perdere nemmeno alla partitina... Chi mi conosce sa come la penso».
Gli inquirenti sono insospettiti dagli sms con Bazzani.
«E che vuol dire? In un anno e mezzo Bazzani mi ha mandato 13 messaggi a cui io non ho mai risposto. Questo signore lo conosce mezza Serie A».
Che rapporti ha con Bazzani?
«È un conoscente che, se non sbaglio, ha una ricevitoria a Bologna, ma io non ho mai parlato di gare da sistemare».
Ha mai avuto sospetti?
«Con lui parlavo di biglietti e magliette da regalare. Stop. E poi al Milan certe cose non si possono neanche immaginare. Spero, invece, che il magistrato mi senta presto per chiarire la mia situazione. In questi anni con la mia fondazione ho aiutato tanti bambini. I miei soldi li spendo così, sono pazzo?».
Secondo Santoni lei è un forte scommettitore.
«Se dicessi che non ho mai scommesso in vita mia sarei un ipocrita: nel 2002/2003 quando si poteva, in campionato e Champions League, facevo qualche scommessa. Ma in queste robe qua non c’entro nulla. Da quando non si può più scommettere, io non ho più scommesso. Le gare truccate sono tutt’altra cosa».
Pensa che Bazzani sia un millantatore?
«Quando spendi 10-15 mila euro all’anno fra magliette e biglietti, non è che te li tieni a casa. Sono le persone che te li chiedono, un amico a cui devi fare un favore, una maglietta, lo sapete meglio di me come funzionano queste cose».
Cosa ci dice di Salvatore Pipieri? Per l’accusa è lui il gancio.
«Da 10 anni è il mio factotum. Non mi ha mai tradito: sono pronto a mettere la mano sul fuoco per lui. Penso vedesse Bazzani per le magliette, per i biglietti forse perché non rispondevo io».
Ci sono molti sospetti su Chievo-Milan...
«In questa storia assurda ricordo solo che io il mercoledì precedente avevo litigato con Jordan del Celtic e per quella storia fu anche chiesto di togliermi la fascia da capitano. Pensate che avessi la testa per pensare a certe cose?».
Ma al Bentegodi giocò.
«Tutta la gara perché ci giocavamo lo scudetto. E feci anche l’assist per Pato: non mi capitava spesso»...».
Nel mirino c’è pure Milan-Lazio.
«Quella partita non la giocai neanche, ero infortunato: potevo combinare il risultato? Mi fa male tutto questo».
E quali sono i suoi rapporti con Brocchi?
«Quando giocavamo insieme erano eccellenti, ma poi ci siamo persi di vista. Non l’ho mai più sentito al telefono».
Intanto è al centro del tam tam mediatico.
«Tutte le persone vicine mi dicono di stare calmo. Ditemi voi come può sentirsi una persona che è convinta e consapevole al 100% di non aver mai fatto una roba del genere, di non essersi mai seduto a un tavolino, di non avere mai parlato per truccare una partita».
Invece prevale il sospetto.
«Non auguro a nessuno quel che sto provando in queste ore. La mia vita è cambiata quando mia moglie m’ha chiamato alle 8.30 per avvisarmi della perquisizione. Hanno portato via un computer e un iPad, ma sembra quasi che mi abbiano messo a soqquadro la casa. Assurdo».
La sua immagine ne risente.
«Purtroppo sì. Ma io non mi arrendo. Quando giocavo conoscevo i miei difetti. Di sicuro l’aggressività e io provavo a frenarmi. Ma in questa storia vengo accusato di un difetto che non ho mai avuto. E’ il mio vero dramma».