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 2013  dicembre 18 Mercoledì calendario

SCOMMESSE, GATTUSO TRA GLI INDAGATI

Quattro arresti più 11 giocatori (o ex) indagati e perquisiti con l’accusa di far parte di una associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva. Schizzi di fango anche su un simbolo dell’Italia campione del mondo 2006: Gennaro Gattuso. Il martedì 17 «regala» di prima mattina una notizia che fa il giro del mondo: la Procura di Cremona «bussa» per la quarta volta da quando è iniziata (per caso, meglio non dimenticarlo) l’inchiesta sul calcioscommesse (giugno 2011). Lo fa con l’ordinanza firmata dal gip Guido Salvini che punta a completare il puzzle delle indagini precedenti, grazie alla individuazione dei due Mister X (Francesco Bazzani e Francesco Spadaro finiti in carcere). Scrive il giudice: « la gravità, l’importanza, il numero degli episodi a loro contestati, ne evidenzia la pericolosità».

Doppio binario Un’ordinanza divisa in due filoni: il primo fa riferimento a presunte combine del 2011 e coinvolge oltre a Ringhio anche un altro giocatore importante come Cristian Brocchi (ex Milan e Lazio) più Claudio Bellucci, ex Modena, Napoli, Samp e Bologna; Davide Bombardini, ex Bologna, Atalanta e Albinoleffe; Leonardo Colucci, ex Modena e Bologna; Lorenzo D’Anna, ex Chievo; Nicola Mingazzini, ex Bologna e Albinoleffe, ora al Pisa; Claudio Terzi, Palermo; Samuele Olivi, ex di Salernitana, Piacenza e Pescara oggi al Grosseto; Fabrizio Grillo, Siena. Il secondo troncone è recente: a inizio di quest’anno Spadaro ritiene passata la bufera e rimette in piedi la macchina delle combine, lo fa partendo dalle Lega Pro e dalla B, ma tocca anche la A (sospetti su Palermo-Inter 1-0 del 28 aprile 2013 ; Parma-Atalanta 2-0 del 5 maggio e il 2-3 tra Pescara e Siena). Di queste attività, compresi i ripetuti contatti con una vecchia conoscenza del mondo del calcio come Ermanno Pieroni, ci sono intercettazioni e foto degli incontri. Gli altri due arresti (l’ex team manager del Riccione, Cosimo Rinci e Fabio Quadri) ruotano in questo ambito. In tutto nell’ordinanza le partite sospettate di tarocco sono 90. Tra quelle di A del 2011 ci sono Chievo-Milan, Milan-Cagliari, Milan-Bari, Milan-Lazio, Juve-Brescia, Juve-Chievo, Inter-Chievo, Udinese-Lazio, Lazio-Juve. Finiscono nella lista nera perché prima della gara uno degli arrestati (Bazzani) contatta o è contattato dai giocatori. Cerchiamo di seguire e capire il lavoro della Procura.

Il civ e il vecchio E’ un viaggio a ritroso nel tempo quello compiuto dagli inquirenti, un viaggio che non permette intercettazioni e la conoscenza dei contenuti degli sms inviati da Bazzani ai calciatori coinvolti. Anche per questa ragione il pm di Martino ha invitato «alla prudenza». I «forti sospetti» hanno bisogno di riscontri più marcati per portare gli indagati a processo. E questi elementi potrebbe fornirli Bazzani, il Civ per i suoi amici che forse bolognesizzano la parola inglese chief (capo). Per la Procura il Civ proponeva alle varie bande interessate alle scommesse (dagli slavi agli ungheresi) risultati sicuri della A in cambio di cifre sostanziose: da 400 a 600 mila euro. Lo faceva ricevendo i suoi ospiti «nell’ufficio» dell’Una Hotel Tocq di Milano, punto di riferimento per tutti gli scommettitori. Accanto a lui agiva l’altro mediatore, il messinese Francesco Spadaro (detto il Vecchio). I due si sovrapponevano, forse erano sodali oppure si scambiavano le loro conoscenze nel mondo del calcio. Perché su un punto il pm di Martino è stato chiaro: il Civ e il Vecchio facevano affari con le partite, vendendole. Per farlo, secondo la Procura, avevano nel tempo intrecciato una serie di rapporti con giocatori e dirigenti. Queste «amicizie» fruttano informazioni sicure che poi generavano il mercato dei tarocchi. Il Civ per gli inquirenti è «l’eminenza grigia» del clan dei bolognesi, quello di Signori, i suoi commercialisti Bruni e Giannone più Sartor tanto per intenderci. Al Civ spetta l’ultima parola sulla fattibilità della combine. E lui a condurre l’inchiesta fino alla Serie A. Se Gattuso, Brocchi e gli altri giocatori finiscono nel registro degli indagati lo devono ai contatti frequenti (13 per Ringhio, ben 110 nel caso di Brocchi) con questo signore bolognese. Contatti giudicati «molto sospetti» perché a ridosso delle gare. Non solo, il Civ è parecchio in confidenza con Salvatore Pipieri (più di un amico per Gattuso). Lo chiama anche con una scheda telefonica criptata che l’ex Mister X ha usato per colloquiare solo con personaggi finiti agli arresti (da Signori a Sartor, da Bellavista a Giannone). Talmente in confidenza da farsi aprire le porte di Milanello. Il ruolo di Pipieri interessa alla Procura:  potrebbe essere lui il «fratello» di Gattuso citato in tempi non sospetti dal boss di Singapore Perumal, arrestato in Finlandia, poi pentito. Perumal associa il «fratello» di Gattuso alle combine italiane e ora il pm vuole andare a fondo sul rapporto di Pipieri (e quindi Gattuso) con Bazzani.

Ancora Mauri Del resto il Civ conosce gente importante: come Stefano Mauri raggiunto sulla scheda criptata molti giorni prima della «famosa» Lazio-Genoa. Il Civ , coincidenza, è pure all’Una Tocq il 14 e il 15 maggio 2011 in quella che per gli investigatori è una vera e propria assemblea: ci sono gli «Zingari», gli Ungheresi, Bellavista e molti altri indagati. Questo è il quadro in cui il Civ si muoveva da padrone delle combine. La sua posizione (come quella di Spadaro) è compromessa da numerose testimonianze in mano alla Procura (Erodiani, Gervasoni, Tisci e persino Gegic). Ecco perché il pm di Martino guarda con attesa agli interrogatori di garanzia che oggi iniziano davanti al gip Salvini. Le altre carte in mano al pm sono l’esame tecnico di appunti e apparecchi sequestrati ieri (giudicati molto interessanti) più l’incidente probatorio iniziato la scorsa settimana che coinvolge oltre 100 tra calciatori e dirigenti. «Non hanno mai smesso di truffare» è la considerazione sconsolata del capo dello Sco. «Siamo sereni e non ci sono prove» è la difesa accorata di giocatori, tifosi storditi e molti addetti ai lavori. Posizioni inconciliabili: l’inchiesta si avvia all’epilogo e l’accusa avrà l’onere di dimostrare la bontà delle tesi. Di sicuro non finirà in pari. Con buona pace degli amanti dell’over.